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Arianna Ciampoli: «Le persone di buona volontà non si rassegnano»

06/06/2019  «Di fronte al male la tentazione è convincersi di non poter fare niente, ma il bene è più forte del dolore», dice il volto di Tv2000. Che, sulla fede, ammette: «I dubbi non mancano, per questo chiedo a chi ne sa più di me»

«Noi siamo di più». Arianna Ciampoli ha preso in prestito questa frase da una delle tante storie che ha raccolto in tv: la sentì dire, anni fa, dalla ragazza di un adolescente ucciso erroneamente dalla camorra per un caso di omonimia. Una di quelle ingiustizie che trasformano i funerali in tragedie silenziose. Invece quella fanciulla minuta si è alzata in piedi, in chiesa, ricordando ai presenti che lei, il suo ragazzo e tutte le persone di buona volontà sono «di più»: il bene è più forte del male, più grande del dolore.

Oggi Arianna Ciampoli ripete quella frase − «noi siamo di più» − a sua figlia Angelica: pur mettendola in guardia dai pericoli che si annidano nel mondo, non vuole che la ragazza finisca per pensare che la vita sia solo un pugno di amarezza e delusioni. Il male c’è, esiste e bisogna stare attenti, ma non è l’ultima parola sulla nostra esistenza. E, in fondo, quel «noi siamo di più» sintetizza bene anche il senso di Questa è vita!, la nuova trasmissione che Ciampoli conduce, ogni mercoledì sera su Tv2000, insieme a Michele La Ginestra. Senza disdegnare i toni del varietà, lo show racconta le storie di persone che non si sono arrese al male: più che eroi, dei «cercatori di senso» o «camminatori» come ama definirli Ciampoli, che ci ricordano che in mezzo a tanto dolore c’è anche tanta possibilità di riscatto.

Dall’intrattenimento all’informazione, la tv racconta con sempre maggiore frequenza i casi di eroismo civile: perché c’è fame di questo tipo di storie?

«Una parte di noi, quella più profonda e viscerale, non si rassegna a credere che l’altro sia una minaccia, qualcuno di cui diffidare, o che la vita sia solo dolore. In fondo al nostro cuore sentiamo che c’è di più. Ci tengo però a dire che non amo il termine “eroe” perché crea una distanza: eroe è qualcuno che ha dei superpoteri, che compie gesti fuori dalla nostra portata. Non è così: le persone di buona volontà sono uomini e donne che semplicemente non si rassegnano al male».

Non ha mai avuto il sospetto che dietro a questa insistente ricerca di “buone notizie” si annidi la volontà di ridimensionare il male, se non addirittura di dimenticarlo?

«In Questa è vita! cerchiamo di tenere insieme i due aspetti. Non si possono infatti negare le ombre dell’esistenza e, in fondo, senza il buio non esisterebbe nemmeno la luce. Penso per esempio alla storia di Eugenia Carfora, nostra ospite in studio. È la preside di Caivano (Napoli): una delle città di spaccio più grandi d’Europa. Lei lavora in uno di quei contesti che, come direbbero molti, segna i destini senza lasciare scampo. Invece Eugenia è riuscita a creare un rapporto con i suoi studenti: se non sono in classe, li cerca per strada, conosce i nomi di ciascuno, le loro storie… Molti si sono riscattati grazie a lei. Il suo modo di fare la preside non cambia però solo i ragazzi, o Caivano: cambia me, cambia il mondo. Senza per questo negare il male di quel luogo».

Lei riesce a non rassegnarsi alle delusioni della vita?

«Credo che la tentazione più grande sia proprio pensare che le cose vadano così, e non possiamo farci nulla. Il mio sogno è essere una persona libera: libera dai giudizi, dai pregiudizi, da alcune fragilità e dalle paure. Sono infatti un essere abitato dalla paura, in quanto Arianna ma anche in quanto mamma: dal giorno in cui è nata Angelica, i miei timori sono raddoppiati».

La fede aiuta a essere più saldi?

«Nella mia vita è stato decisivo frequentare, durante gli anni dell’adolescenza, il Movimento eucaristico giovanile (Meg), dei Gesuiti. Sono cresciuta dentro uno scambio continuo, intelligente, vivace sulla fede e sulla spiritualità che mi ha reso la persona che sono. È stata una formazione all’insegna dell’apertura e dell’incontro. In particolare ricordo che, durante un convegno, sentii la frase: “Le cose di prima sono passate, ecco ne sono nate di nuove”. Avevo 15 anni, ero reduce da una serata di baldoria ma quell’ecco mi è rimbombato nel cuore perché è quella possibilità continua di ricominciare e rinascere. È quell’ecco che mi dà speranza verso la vita, verso la mia pochezza e quella degli altri».

Dopo il Meg come è continuato il suo percorso di fede?

«Mi sento una persona costantemente in cammino. Sono un essere profondamente spirituale al quale non bastano i suoi 174 centimetri di altezza: sono sempre tesa verso Altro. Se faccio il mio lavoro, forse, è proprio perché ho fame di risposte: le anelo, ne ho bisogno, quindi pongo domande ad altri, che ne sanno più di me e possono darmi delle risposte».

Per alcuni sentirsi continuamente in cammino, o mettersi sempre in discussione, è destabilizzante…

«Lo è. Ammetto che è anche una fragilità. Sono come un punto interrogativo che cammina: vorrei avere la solidità di chi si sente risolto… la solidità del punto esclamativo!».

So che in passato ha avuto modo di intercettare, anche se non in un incontro privato, papa Francesco. Che impressione le ha fatto?

«Lo adoro: mi piace il suo essere aperto, accogliente… il suo essere di tutti. Perché lui è davvero così: “di tutti”. Certo, a volte fa scelte forti o impopolari ma non smette mai di amare. Non svaluta nessuno, non riduce mai l’altro a un’etichetta o a una categoria. Francesco è una persona veramente libera».

Parlando di accoglienza, cosa pensa della sua posizione in merito ai profughi?

«Sinceramente non capisco come si faccia a essere cattolici e ad abbandonare la gente in mare aperto».

DALLA RAI A TV2000 - IL “VOLTO BELLO” DELLA TV

Nata a Pescara ma romana di adozione, Arianna Ciampoli è uno dei volti di punta di Tv2000. Per il canale della Cei ha presentato svariati programmi tra cui 1x1, Formato Famiglia, La canzone di noi, Revolution, Ci vediamo da Arianna fino al recente Questa è vita! presentato insieme a Michele La Ginestra. In passato è stata anche volto del programma Rai per bambini  Solletico, che negli anni ‘90 ha condotto insieme a La Ginestra, nonché conduttrice di La vita in diretta, Mezzogiorno italiano, Quelle brave ragazze. Sposata con Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri (Roma), ha una figlia di 14 anni, di nome Angelica.

 
 
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