Kenneth Branagh, il regista di Cenerentola alla presentazione del film
Chi teme che la trasposizione in film di uno dei più amati cartoni animati della storia possa rovinare il fascino di una fiaba altrettanto popolare può stare tranquillo. Con Cenerentola l’operazione è riuscita perfettamente, senza scalfire l’antica magia. E i bambini resteranno nuovamente incantati davanti alle immagini bellissime dell’ultima versione disneyana, che non si discosta molto dal noto cartone animato del 1950. Non solo grazie ai prodigi della tecnica che ci permettono di ritrovare,insieme agli attori in carne e ossa i simpatici topini, unici amici di Cenerentola,e l’odioso gatto Lucifero, di assistere alla confezione dell’abito e a un’incredibile e mozzafiato trasformazione della zucca in carrozza (e viceversa) con la magia della fata madrina. Nel cast, oltre a due vere e proprie star come Cate Blanchett, che interpreta una crudele quanto bellissima ed elegante matrigna, ed Helena Bonham Carter, l’appariscente e pasticciona fata madrina, due giovani attori per ora volti televisivi: Lily Jamese Richard Madden interpretano Cenerentola e il Principe. La prima nota al grande pubblico per aver interpretatola cugina Rose in Downton Abbey, il secondo è stato Robb Stark nell’acclamata serie televisiva Il trono di spade.
GENTILEZZA E CORAGGIO. Non è una versione rivisitata. La fiaba di Cenerentola è bella così com’è. Resta immutata la dolcezza della protagonista, cui la madre in punto di morte lascia il seguente testamento spirituale: «Sii gentile e abbi coraggio». Ella (così si chiama la bambina prima di venire apostrofata Cenerella e poi Cenerentola dalle sorellastre), ricordando per sempre quelle parole, non diventa una vittima ma una donna che sa reagire e prendere in mano la sua vita.
Perfetta nei suoi panni l’incantevole attrice inglese Lily James, 25 anni, che ha convinto il regista e la produzione: «Sono stata capace di comprendere ciò che si voleva da me, anche se, inizialmente, sono stata incerta e dubbiosa. Continuavo a chiedermi e a chiedere se ero io la persona giusta. Mi è stato detto di avere più fiducia. Per interpretarla ho attinto a valori che anche io spero di possedere, come la gentilezza e il coraggio».
Seconda di tre fratelli, da ragazzina non ha dovuto rispettare tutte le regole imposte al maggiore. Né lottare per poter rientrare dopo mezzanotte: «I miei genitori mi hanno dato dei sani principi, ma poi si sono sempre dati di noi gli e credo che questo sia il modo migliore per crescere una persona capace di spiccare il volo al momento giusto, come ho saputo fare io». Cosa chiederebbe alla fata madrina una ragazza come lei che ha già tutto? «Inizialmente avrei voluto conservare l’abito azzurro del ballo, ma temo che non entrerebbe dalla porta d’ingresso di casa mia. Quindi, adesso, le chiederei di tenere al sicuro me e la mia famiglia per sempre».
Helena Bonam Carter la fata madrina
IL SOGNO DI TUTTE LE DONNE. Simbolo dell’uomo ideale di cui innamorarsi e da sposare, il principe azzurro. Kit nel film, ha le fattezze di Richard Madden, 29 anni, orgoglioso delle sue origini scozzesi, grande amante dell’Italia, sembra per ora destinato a fare il principe buono e innamorato. Ne Il trono di spade viene barbaramente ucciso: «Senza il successo della serie tv non sarei stato scelto per questa parte. Tra l’altro, ci sono delle somiglianze tra i personaggi che ho interpretato: si tratta di due giovani uomini investiti da una responsabilità che non hanno scelto. Per fortuna in Cenerentola c’è il lieto fine». Nel film il padre è una figura importante per il giovane: «Il Re influenza il Principe nello stesso modoin cui mio padre influenza me nella vita reale».
Considera Cenerentola una donna dal carattere forte, «alla fine, è lei che salva il Principe. Io come
attore ho avuto la responsabilità di interpretare il sogno di tutte le donne e ci ho lavorato molto». Da amante del rugby è poco avvezzo al ballo. Per questo era preoccupato per la scena che si è svolta nella sala più spettacolare che si potesse immaginare: «Quando mi sono trovato sul set nel castello ed è apparsa Cenerentola, sono rimasto a bocca aperta e non c’è stato bisogno di recitare. È venuto tutto naturale».
Ma il carico da mille in questa produzione è la regia di Kenneth Branagh, 55 anni, attore e regista shakespeariano, grande levatura e apparentemente lontano dal cinema per famiglie. Dimostra invece, come tutti i veri professionisti, che un artista è capace di passare dall’Amleto ai personaggi Marvel (sua la regia di Thor), dal teatro classico a Cenerentola. Nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II, per i servigi resi all’arte drammatica e alla comunità in Irlanda del Nord, ha intrapreso quest’avventura
con entusiasmo.
I GENITORI DI CENERENTOLA. Branagh è stato attratto dalla potenza della storia, ma anche dalla forza d’animo del personaggio principale: «Tutti conoscono bene Cenerentola e riuscire ad apportare qualcosa di nuovo in qualità di regista, rendendo al tempo stesso giustizia ai momenti più noti e simbolici della fiaba, è stata una sda meravigliosa. Ha significato poter raccontare un mito che ha resistito nel corso dei secoli».
Nel film il tema del legame con i genitori e del saper ascoltare i consigli di chi ha più esperienza è molto
sentito: «C’è un passaggio intergenerazionale a vari livelli in tutto il film. Anche a livello del cast. Il vecchio Re è interpretato da Derek Jacobi, che io vidi, quando avevo 16 anni, recitare l’Amleto e posso considerarlo mio padre artisticamente parlando. Anch’io, a mia volta, mi sono sentito padre putativo
dei giovani attori Richard e Lily. Mi piace l’idea che una figura con più esperienza possa dare consigli. Poi nel film, come nella realtà, i ragazzi fanno le loro scelte. L’importante è trovare l’equilibrio».
Il regista, inne, spiega che nella prima parte, a differenza della fiaba originale, vediamo Cenerentola da
bambina con i genitori: «La presenza della mamma e del papà ci consente di capire la vera essenza di questa giovane donna. L’educazione che ha ricevuto le permette di essere quello che è. Sopporta tutte le angherie e non fugge abbandonando la casa alla matrigna perché prima di tutto vuole onorare la sua famiglia».