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domenica 09 febbraio 2025
 
l'intervista
 

Arriva "L'ora della verità": ne parliamo con la protagonista, l'attrice Caterina Murino

29/08/2020  La produzione francese tratta dal romanzo di Michel Bussi va in onda in prima serata su Canale 5 domenica 30 e lunedì 31 agosto. L'intervista all'attrice italiana che vive in Francia e che da ragazza sognava di fare il medico.

Domenica 30 e lunedì 31 agosto va in onda in prima serata su Canale 5 la serie inedita con Caterina Murino «L’ora della verità». Al centro ambientato in Corsica, tre donne, segreti di famiglia, vite spezzate. Le baie e le spiagge della Corsica, con la sua natura incontaminata e selvaggia, fanno da sfondo a un racconto ricco di suspence, intrecci e colpi di scena. In Francia la seria è andata in onda un anno fa ed ha avuto un grande successo di pubblico. Con un cast di attori molto conosciuti Oltralpe. Adattamento del bestseller Tempo assassino (e/o edizioni) di Michel Bussi, nel thriller si intrecciano due stagioni: i nostri giorni e gli anni ’80. Clotilde è l’unica sopravvissuta a un tragico incidente, costato la vita a fratello e genitori quando lei aveva solo 15 anni. Tornata sull'isola con marito e figlia, l’arrivo di una strana lettera sconvolge il suo già fragile equilibrio. Clotilde scava a fondo nella vita dei nonni, dei vicini, dei vecchi amici, nel diario d’infanzia… La speranza è quella di ricostruire la sua vita e garantire a sé e alla propria famiglia un futuro sereno sull’isola. Per l’occasione abbiamo intervistato la protagonista, l’attrice italiana Caterina Murino, che da quasi venti anni vive in Francia.
Che ruolo riveste la Corsica in questa serie?
«Molto importante, perché al di là della bellezza dei paesaggi, viene messo in luce il carattere dei corsi, la loro mentalità. Per esempio il sospetto e il risentimento che nutrono i suoceri della protagonista, che a differenza del marito non è corsa, ma ai loro occhi “straniera”». 
Lei è nata e cresciuta in Sardegna, un’altra isola i cui abitanti hanno una personalità molto decisa. Ci sono analogie tra le due isole?
«Corsica e Sardegna sono molto simili, ma siamo solo cugini, i corsi sono troppo ciechi, hanno un amore esagerato per la loro terra, i sardi hanno una visione più critica». 
Il romanzo di Michele Mussi è un best seller in Francia. Lei lo aveva letto?
«Non avevo avuto occasione di leggere i romanzi di Mussi, volevo farlo quando ho avuto quel ruolo, ma il regista non ha voluto che lo facessi prima delle riprese, perché la sceneggiatura è un po’ diversa e non voleva che fossi condizionata dal libro. L’ho fatto dopo però!».
Ci sono dei riferimenti a una dimensione sovrannaturale. La trama sfocia nel paranormale?
«In effetti Clotilde quando torna in Corsica 25 anni dopo la tragedia riceve dei segnali che sembrano provenire dalla madre morta. Da lì partono le sue indagini, ma voglio lasciare allo spettatore la sorpresa se la mamma sia un fantasma o sia ancora viva».
Lei abita a Parigi, ed è lì che l’ha sorpresa il lockdown. Come ha vissuto quel periodo? 
«In Francia le cose sono andate come in tutto il resto del mondo. Io sono stata diligentemente in casa ma mi lasciava perplessa, per esempio, quando dalla mia finestra vedevo tante persone che facevano jogging. Io in tempi normali sono una che ogni mattina va a correre, ma non incrociavo di certo tutta quelle gente. Mi sembrava che molte persone facessero i furbi. Tutto il mondo è paese.so che i miei compatrioti hanno il difetto di autodenigrarsi, ritendo gli altri migliori di noi, ma io non la capisco questa vergogna di essere italiani. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro popolo, noi abbiamo fatto la storia».
Lei è ambasciatrice di Amref. L’organizzazione si è attivata anche per l’emergenza Covid in Africa?
«L’Africa è una terra martoriata da tanti mali e che ora ha un problema in più. Amref si è attivata da subito con progetti specifici, per esempio in Kenya. Ora ovviamente lavoro con loro a distanza ma dal 2006 ho fatto sette viaggi in Africa, in Kenya, Somalia, Senegal. Sono andata a vedere il lavoro che fanno lì, e cercare di capire che cosa manca, nelle scuole, nella sanità, dove realizzano dispensari e formano medici locali. In questi anni ho visto un Africa cambiare, i giovani possono avere una speranza e un futuro».
Cosa è rimasto in lei del suo sogno giovanile di diventare medico?
«era davvero il mio sogno, ma purtroppo non ho superato i test per la facoltà di medicina. E poi la vita ha scelto per me. Mai avrei pensato di fare questo mestiere».
Com’è finita a vivere in Francia?
«Ho iniziato a lavorare nello spettacolo nel 2000 e poi nel 2003 cercavano una ragazza per il film L’enquete corse: ho fatto provini e sono stata presa. Non sapevo una parola di francese, in quattro mesi l’ho imparato, il film ebbe molto successo e mi trasferii in Francia»
Mai pensato di tornare a vivere in Italia?
«No, Parigi è casa mia, anche se i miei genitori vivono ancora in Sardegna e vado spesso a trovarli. E non c’è giorno che non ci sentiamo».
Lei torna in Italia anche per lavoro…
«Sì, soprattutto per il teatro. Ma ho lavorato un po’ in tutto il mondo, Stati Uniti, Inghilterra, Argentina, Bahamas, Cina, India». 
Lei è una cattolica praticante. Come vive la sua fede?
«Diciamo in modo dialogico. Considero Dio il mio migliore amico che è sempre lì per me, ma ci sono cose che mi fanno pensare, momenti in cui sono mi chiedo il perché di tante cose, e capita che mi arrabbi con lui. Io con Dio ci parlo in continuazione, la fede è un dono ed è personale, ma è anche farsi delle domande».  
 

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