Facciamo chiarezza
Il 16 novembre 2022 due missili sono caduti al confine dell'Ucraina, in territorio polacco, causando la morte di due civili. Inizialmente si è pensato fossero missili russi e quindi un attacco diretto da parte del Cremlino alla Nato, essendo la Polonia uno degli Stati membri. Dopo una notte di indagini, è stato proprio il Presidente polacco Andrzej Duda a dichiarare che, invece, si trattava di missili di difesa ucraini e che in realtà, a cadere nel villaggio polacco di Przewodow erano solo i loro resti.
Archiviata la lunga notte in cui si è rischiata una tragica escalation del conflitto, rimane intatta la questione del carico di diritti e doveri che comporta un'alleanza politico-militare come quella Atlantica (la Nato, appunto), nata nel 1949 e via via allargatasi fino a comprendere 30 Stati (gli ultimi a entrare sono stati il Montenegro, nel 2017, e la Macedonia del Nord, nel 2020).
Da sinistra, il Segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg, 63 anni, con il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, 45.
ARTICOLO 5 DEL TRATTATO NATO: IN COSA CONSISTE
Con lo scoppio della guerra in Ucraina si è iniziato a parlare della clausola di difesa collettiva del Trattato Nord Atlantico stipulato dai Paesi dell'Alleanza Nato nel 1949 . Nello specifico, l'articolo 5 vincola gli Stati membri della difesa a intervenire qualora ci fosse un attacco militare diretto a uno di loro, e al quale avrebbe potuto appellarsi la stessa Polonia: "Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro"
L'articolo 5 è stato deciso al fine di tutelare tutti gli Stati europei e dell'America Settentrionale. Se le parti convengono che è stato fatto un attacco diretto a uno degli Stati, questo può essere considerato un attacco generalizzato a tutte le parti e dunque ogni Stato interverrà a favore della parte o delle parti colpite. La difesa collettiva, dunque, fornirà il proprio intervento immediato individualmente o in accordo con gli altri Stati con l'azione che giudicherà necessaria, incluso l'intervento delle Forze armate.
Ogni azione intrapresa sarà messa a conoscenza del Consiglio di Sicurezza al fine di ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico Settentrionale e termineranno solo quando il Consiglio non avrà preso le misure necessarie a ristabilire e mantenere la Pace.
Un momento dell’esercitazione multinazionale Nato Silver Arrow, svoltasi dal 19 al 29 settembre, nell’area di Adazi, in Lettonia, e che ha visto impegnati circa 4.200 militari e 1.000 mezzi di 17 Paesi. Per l'Italia erano schierati reparti della Brigata Garibaldi. Foto Reuters.
Cosa si intende per "Attacco armato" a un Paese NATO?
All'articolo 5, fa seguito l'articolo 6 del Trattato Nord Atlantico. Il Consiglio di sicurezza della Nato deve dunque valutare l'attacco armato a uno dei Paesi membri prima di intervenire. Nello specifico per "attacco armato" si intende un attacco militare diretto verso uno dei Paesi europei, dell'America Settentrionale, della Turchia o contro le isole poste sotto la giurisdizione di una delle parti nella regione dell'Atlantico Settentrionale posto a Nord del tropico del Cancro.
Infine, è considerato attacco, anche un'azione militare volta contro una nave, aereo, o forze di una di queste parti che si trovano in uno di questi territori o in qualsiasi altra regione dell'Europa, in cui siano stazionate delle forze di occupazione di una delle parti.