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mercoledì 30 aprile 2025
 
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Asia Bibi libera e nascosta: «ha perdonato», dice un prete pachistano

08/11/2018  La donna, 47 anni, mamma di 5 figli, cattolica, condannata a morte nel 2010 per una falsa accusa di blasfemia e assolta dalla Corte Suprema del Pakistan dopo 9 anni di carcere, è stata scarcerata a Multan e trasferita in una località segreta

Asia Bibi è fuori dal carcere. Da donna libera è stata condotta in un luogo sicuro e protetto. Nella serata di mercoledì 7 novembre, intorno alle 22, è stata prelevata dal carcere di Multan in tutta segretezza e, con una rapida operazione compiuta dalle autorità di polizia, è stata trasferita con un volo di stato nella capitale Islamabad. Nella notte la donna è stata scortata in una località segreta, sotto protezione costante, e si è finalmente ricongiunta con suo marito Ashiq Masih.

È un esito positivo quello che riguarda la vicenda di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia nel 2010 e assolta da una storica sentenza della Corte Suprema, terzo grado di giudizio, il 31 ottobre scorso.

A confermare l’avvenuto rilascio è stato Zawar Hussain Warraich, direttore del dipartimento delle carceri nella provincia del Punjab, dove si trova la prigione di Multan, in cui Asia era reclusa: “Normalmente riceviamo l'ordine di liberare i prigionieri due giorni dopo la sentenza del tribunale. Nel caso di Asia Bibi l'ordine è stato emesso con ritardo ed è giunto al penitenziario ieri, 7 novembre”, ha dichiarato, riferendo che la cristiana ha lasciato la prigione.

L'avvocato di Asia Bibi, il musulmano Saiful Malook, costretto a fuggire in Olanda per motivi di sicurezza dopo le minacce ricevute, aveva detto che, secondo sue informazioni, Asia e la sua famiglia erano già state imbarcati su un volo per l’espatrio. Ma, in una vicenda che resta iper-mediatizzata, il Ministero degli esteri del Pakistan ha smentito la notizia, confermando invece che la contadina del Punjab è stata liberata e si trova ancora in patria. Mohamed Faisal, portavoce del ministero degli esteri, ha poi riferito che “Asia Bibi è una cittadina libera”, ma che lascerà il paese "solo se la Corte Suprema respingerà l'istanza di revisione della sentenza, presentata contro la sua assoluzione".

Il verdetto di assoluzione della donna aveva creato il Pakistan un vasto movimento di protesta guidato dal partito radicale Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP) che, ritenendola blasfema nonostante la sentenza della Corte, ne chiede l'impiccagione. Ora, dopo la notizia del rilascio, gruppi e partiti religiosi come Muthaida Majlis e Amal (MMA) e Jamat-e-Islami hanno annunciato nuovi cortei per l'8 novembre e soprattutto per il 9 novembre, un venerdì, giornata spesso scelta per possibili manifestazioni, istigate dai sermoni durante la preghiera islamica.

Intanto i cristiani in Pakistan e in tutto il mondo hanno apprezzato la decisione della Corte Suprema e l'avvenuto rilascio di Asia Bibi: “Tutto questo è frutto della grande misericordia di Dio. Siamo grati a Dio, alla magistratura e al governo pakistano per la scarcerazione di Asia Bibi”, ha dichiarato all’Agenzia vaticana Fides Urooj, un giovane attivista cristiano per i diritti umani. 

E Mario Rodrigues, sacerdote cattolico che a Karachi è responsabile della pastora giovanile, rileva: «Siamo felici per Asia Bibi. Come cristiani sosteniamo lo stato di diritto, la giustizia, la legalità, la pace, perché amiamo il nostro paese. Vogliamo oggi rimarcare anche la testimonianza di fede cristiana che ha dato Asia Bibi: da innocente, per molti anni in carcere, non ha maledetto la sua storia ma ha perdonato i suoi persecutori e vissuto la prigionia nella costante preghiera».

(foto in alto: Ansa)

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