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Asia Bibi, rinviato il processo

17/03/2014  L’udienza di apertura del giudizio d'appello per Asia Bibi, la contadina cristiana condannata morte per blasfemia nel novembre 2010, è stata rinviata. L’appuntamento, previsto il 17 marzo davanti all’Alta Corte di Lahore, non ha avuto luogo per l’assenza di uno dei giudici.

Nessuna udienza e un calvario che sembra senza fine. Per la seconda volta in due mesi l’udienza di apertura del processo di appello ad Asia Bibi – la donna cristiana condannata morte per blasfemia nel novembre 2010 – è stata rinviata.

L’appuntamento, previsto il 17 marzo davanti all’Alta Corte di Lahore, non ha avuto luogo per l’assenza di uno dei giudici. L’ordinamento pakistano prevede che, nei casi di condanna a morte, il collegio giudicante sia formato da due giudici: se ne manca uno non si può procedere. L'attesa di Asia, rinchiusa nel carcere femminile di Multan, si prolunga per almeno altri quindici giorni. Asia riceve notizie dai suoi avvocati. Considerata “blasfema”, non può lasciare la prigione per motivi di sicurezza, dato che resta nel mirino dei radicali islamici .

Naeem Shakir, l’avvocato a capo del team dei difensori di Asia, crede comunque “di avere buona possibilità per una piena assoluzione”.
Nel team difensivo vi sono anche avvocati musulmani: non si vuole, infatti, che il caso sia strumentalizzato e considerato alla stregua di in un “conflitto di religione”. “Far sì che il caso abbia una valenza strettamente giuridica”, nota l’avvocato Shakir all’agenzia Fides, “è la via maestra per la liberazione di Asia”.

La chiave è non dare spazio e non offrire il fianco alle pressioni dei gruppi radicali, che hanno già fortemente influenzato il giudizio in primo grado. L’auspicio comune di chiese, Ong e attivisti per i diritti umani è “un processo giusto e trasparente”. D’altronde vi sono numerosi procedenti in cui, nei casi di blasfemia, l’Alta Corte ha rovesciato le sentenze di colpevolezza emesse in primo grado, accertando che si trattava di accuse false o strumentali. Nella comunità cristiana pakistana si spera che, anche per Asia, le intimidazioni non facciano presa sui giudici.

Asia Bibi, donna pakistana 49enne e madre di 5 figli, cristiana protestante, è stata arrestata il 19 giugno 2009 e condannata a morte l’11 novembre 2010 da un tribunale di primo grado di Nankana Sahib (in Punjab), in base alla “legge di blasfemia”, che punisce con l’ergastolo o con la pena di morte il vilipendio al Corano o al profeta Maometto. Asia, bracciante agricola, aveva bevuto dell’acqua dal pozzo di proprietà di un musulmano ed era stata accusata da altre donne che lavoravano con lei di aver inquinato la fonte, perché cristiana. Dopo un alterco, l'incriminazione per aver insultato il Profeta.  E l'inizio del calvario.

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