Francesco è riuscito a trasmettere la sua sollecitudine al popolo cinese e a una Chiesa in difficoltà. Giovanni Battista Zhang, il sacerdote a capo del servizio sociale cattolico in Cina, ci ha detto che «papa Francesco è davvero umile, semplice, sincero, immediato, pieno di amore per i poveri e le persone emarginate. Non ha mai fatto mistero della sua predilezione per noi: per questo Francesco ha toccato i nostri cuori e ci ha conquistato».
Jorge Mario Bergoglio ha ereditato dai predecessori il progetto di un accordo con le autorità politiche della Repubblica Popolare cinese, per proteggere la Chiesa in un regime senza vera libertà religiosa. Come già in passato, l’accordo sembrava vicino, ma le difficoltà da superare sono particolarmente insidiose.
Il successo non dipende solo dalla buona volontà del Papa, come riconosce Giuseppe, un sacerdote della Chiesa “clandestina”: «Papa Francesco ha un cuore aperto e sincero verso tutta la Cina, comprese le autorità politiche. Il dialogo è necessario e buono; quello che temo è che il Governo non sia sincero come il nostro Papa. Noi preghiamo affinché Francesco realizzi quanto ha a cuore».
«Quello che mi impressiona di più di papa Francesco sono la sua umiltà e la sua disponibilità all’incontro», ci ha detto il cardinale John Tong, vescovo di Hong Kong.
L’attenzione verso la Cina non nasce, come talvolta viene suggerito, da una strategia, quasi che l’Asia debba compensare le perdite di fedeli in Europa e in America. C’è un filo rosso che lega Francesco alla Cina: l’epopea della missione gesuitica.
Il giovane Bergoglio ha interiorizzato, negli anni della sua formazione, le imprese dei missionari gesuiti, che hanno in Matteo Ricci – il fondatore della missione moderna in Cina – il campione più significativo. Ricci, missionario dell’amicizia e del dialogo, della cultura e della scienza, rappresenta un ideale insuperato, che Francesco ama proporre.
Cina vuol dire anche Hong Kong, Macao e Taiwan, da dove Yu Ya-hui, una donna attiva nella diocesi di Kaohsiung, descrive papa Francesco come un «guerriero gentile, una boccata di aria fresca, un uomo coraggioso, che nonostante l’età sfida numerose difficoltà per correre nel mondo portando l’amore. È un saggio folle, della follia del Vangelo».
Da Macao, Keith Ip, un giovane convertito ora collaboratore del vescovo Stephen Li, afferma che «l’umile presenza di Francesco mi fa capire cos’è il cristianesimo: portare al mondo la misericordia di Dio. Ringrazio il Papa per il nuovo vescovo, un uomo giovane, che porta la vivacità del Vangelo nella nostra comunità».
Il tema della misericordia è ripreso da Annie Lam, impegnata a Hong Kong a favore della Chiesa in Cina. Il Giubileo «aveva la concretezza della vita quotidiana, che non c’era in eventi precedenti. Siamo stati colpiti dall’affermazione che Gesù ci rivela il volto di Dio, e dunque quando lo riconosciamo negli altri, incontriamo Dio».
Annie ha accompagnato centinaia di fedeli dalla Cina in visita a Hong Kong: «Li ho visti commossi attraversare la Porta Santa della cattedrale. In Cina sono state aperte centinaia di Porte Sante e tanti vescovi hanno scritto lettere; molti giovani hanno fatto pellegrinaggi. L’Anno della misericordia di Francesco ha avuto un grande impatto in Cina».