Si apre lunedì 22 maggio alle 16,30 in Vaticano la 70esima assemblea nazionale dei vescovi italiani, la prima elettiva, che dovrà indicare al Papa, dopo una votazione abbastanza complicata, tre nomi tra i quali Bergoglio potrebbe scegliere il successore del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, che ha concluso due mandati al vertice dei vescovi e da quale mese è stato scelto, tra i presidenti delle Conferenze episcopali, come capo dei vescovi europei. L’assemblea sarà aperta da una prolusione del Papa e poi a porte chiuse si svolgerà un dibattito tra i vescovi e Bergoglio.
La scorsa settimana Bagnasco ha incontrato a cena un gruppo di giornalisti italiani e alla domanda sui consigli da dare al suo successore ha risposto lapidario: “Essere se stesso”. Non ha voluto fare, per ora, un bilancio del suo mandato. Martedì 23 maggio si apriranno le votazioni. Era stato il Papa appena eletto a chiedere che anche la Conferenza episcopale italiana eleggesse il proprio presidente come avviene per tutte le altre conferenze episcopali del mondo. Tra i vescovi si era aperto un dibattito. Bagnasco ai giornalisti ha confidato che “c’è stato molto dialogo e molto confronto”. Alla fine, visto il particolare legame che corre tra i vescovi italiani e il Papa, che è anche Primate d’Italia, oltre che vescovo di Roma e dunque membro della Conferenza episcopale italiana, i vescovi hanno deciso di cambiare lo Statuto, ma non nel senso di una piena elezione del proprio presidente. E’ stato deciso di votare una terna di nomi, che saranno poi sottoposti al Papa.
Il Papa in teoria può sceglierne uno al di fuori della terna o anche respingere la terna, se i tre nomi non lo soddisfano e chiedere altre votazioni. Tutti possono essere eletti nella terna, cioè non ci sono liste. Dunque nella prima votazioni tutti possono votate tutti. I primi tre che hanno avuto il maggior numero di consensi verranno poi votati uno per uno. Per entrare definitivamente nella terna devono infatti ricevere ognuno il 50 per cento dei voti più uno. Si faranno quindi almeno tre votazioni distinte. I risultati corredati del numero dei voti ottenuti saranno portati a Santa Marta, la residenza vaticana del Papa, immediatamente. D’altra parte basta uscire dall’aula del Sinodo e percorre pochi metri.
E Bergoglio deciderà. Interrogato sui tempi Bagnasco dai giornalisti ha allargato le braccia: “Non lo so, d’altra parte è la prima volta”. In effetti dal 1952 anno di fondazione della Conferenza episcopale il presidente è stato sempre scelto dal Papa. Il primo fu per un solo anno tra il ’52 e il ’53 il cardinale di Milano, ora beato, Ildefonso Schuester. In realtà già durante il pontificato di Giovanni Paolo II si parlò di una terna informale, ma la circostanza non venne ufficialmente mai confermata. Così come nel corso di diverse assemblee vari vescovi proposero di chiedere al papa di procedere come le altre conferenze episcopali che si eleggono il presidente, ma l’ipotesi venne sempre respinta dalla maggioranza.