Cresce a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, l’attesa per l’arrivo di Papa Francesco. File chilometriche di persone, soprattutto fedeli cattolici, stazionano sotto il sole cocente della capitale per ritirare il proprio badge di accesso ai luoghi delle celebrazioni e degli incontri. I media congolesi stanno facendo la loro parte per rendere tutto il grande Paese subsahariano partecipe dell’evento. Abbiamo chiesto a Israel Mutala, direttore del sito di informazione 7sur7.cd e presidente dell’associazione che raduna tutti i siti di informazione, come si sta preparando a coprire i vari momenti.
“È un evento molto grande», dice Israel. «E i media si stanno preparando anzitutto cercando di accreditare quanti più giornalisti possibile per garantire una copertura ottimale di questo evento eccezionale. E gli accreditamenti sono coordinati tra Presidenza della Repubblica, CENCO (la conferenza dei vescovi congolesi) e ministero delle Comunicazioni e dei Media. Abbiamo fatto un sopralluogo nel luogo dove verrà celebrata la messa, in particolare per vedere il centro stampa e anche per verificare lo stato di avanzamento dei lavori».
Ci saranno difficoltà per seguire i vari incontri con il Papa?
«Per il momento gli accreditamenti sono stati ottenuti senza difficoltà. E per chi ne fosse sprovvisto, sarà possibile seguire questo storico evento in tv o via social».
A quale evento più recente può essere paragonata questa visita?
«Nessun paragone in tempi recenti, perché alla celebrazione eucaristica del Papa sono attese quasi un milione di persone. È impensabile riunire così tante persone in un unico posto. Nessuno è riuscito a fare o ha osato realizzare un'impresa così popolare. I grandi raduni culturali, musicali, religiosi o sportivi raggiungono solo a circa 150.000 persone al massimo».
L'evento è sentito da tutti o solo dai cattolici?
«Oltre ai cattolici, sono tutti i congolesi che si sentono onorati della visita papale. Soprattutto in un momento in cui la RDC sta affrontando l'aggressione ruandese attraverso il gruppo ribelle M23 (March 23) attivo nel Nord Kivu (supportato dal Rwanda, ndr). La visita del Papa trascende le divisioni religiose».