La donna, con qualche trepidazione,
scrive all’esperta ginecologa: «Ho
quarantacinque anni, mi sento – e
sembro – di dieci anni più giovane.
Questo me lo dicono tutti. Da due sono
sposata con un uomo di 37. Stiamo molto
bene insieme e io, per la prima volta, sento
il desiderio di un figlio. Mia madre mi dice
che ormai è tardi e che rischio solo guai. A
me sembra che siano tantissime le donne
che oggi hanno figli belli e sani dopo i quarant’anni!
Lei cosa dice»?
Sabrina è di Lucca, e la sua domanda non
trova impreparato il medico, la dottoressa
Alessandra Graziottin, che dirige il Centro
di ginecologia e sessuologia medica dell’Ospedale
San Raffaele di Milano. La sua risposta
all’aspirante mamma “tardiva”, pubblicata anche on line, diventa fonte preziosa di
informazioni per moltissime altre donne e
coppie, in cerca di un figlio su quel delicato
crinale in cui l’orologio biologico ha iniziato
a rallentare le sue funzioni.
«Sì, Sabrina, è vero. Le gravidanze in
donne dopo i quarant’anni sono raddoppiate,
in Italia, negli ultimi dieci anni. In effetti,
per molte donne, come lei, il sogno
di diventare madri, rimandato a lungo per
ragioni di realizzazione professionale, per
motivi economici, o per la mancanza di un
partner con cui costruire un progetto di famiglia,
può diventare acutamente doloroso
intorno ai quarant’anni, che storicamente
segnavano per le donne il limite per una
fertilità sicura e sana. Da un lato, perché la
probabilità di concepire spontaneamente si
riduce drasticamente dopo tale età, dall’altra
perché aumentano i rischi di avere un
bambino in vario grado imperfetto, come le
ricorda sua madre». I numeri sono importanti,
anche se i casi più eclatanti sono quelli
raccontati dalle cronache rosa, da Gianna
Nannini ad Antonella Clerici, da Mariah Carey
a Carla Bruni, tutte mamme per la prima
o seconda volta già superati i quaranta.
Ma sono molte di più e più ricche di sfumature
le storie di donne normalissime che si
trovano a desiderare un figlio attorno agli
“anta”. Secondo i dati Istat, l’Italia ha il record
in Europa per la più alta percentuale di
primi figli nati dopo i 40 anni. E l’età media
alla nascita del primogenito è salita dai 29,1
anni del 1991 ai 31,6 di oggi.
Le domande delle donne, a questo punto,
si affollano e molte, come Sabrina, si
chiedono se potranno mai restare incinte,
quali i rischi per la mamma e per il nascituro
e quali le problematiche dal punto di vista
dell’integrità fisica del neonato.
Sul “se” il tanto desiderato pargoletto arriverà
mai in zona “anta”, la Graziottin non
fa sconti: «In effetti, dopo i trent’anni le cellule
riproduttive, gli ovociti, perdono la loro
qualità, con un secondo tonfo dopo i 35-
38 anni. Scarsa qualità che si traduce in un
aumento degli aborti spontanei, che arrivano
al 40 per cento dei concepimenti a quarant’anni,
e l’8 per cento di malformazioni a
termine, una percentuale doppia rispetto alla media nazionale, che è del 3-5
per cento, a seconda della zona di residenza.
Aumenta, in particolare, il rischio
di malattie cromosomiche».
Allora non resta che rinunciare al sogno
della maternità? Niente affatto. Per
affrontare in modo consapevole e sereno
l’avventura più importante della vita,
Alessandra Graziottin e Valeria Cudini,
l’una ginecologa e l’altra giornalista
e blogger, hanno messo mano a un ricchissimo
manuale dedicato proprio a
chi si accinge a diventare Mamma a 40
anni, come recita il titolo del libro.
«In questo libro», spiega la dottoressa
del San Raffaele, «due sono le indicazioni
principali. Per le donne giovani,
quella di rendere chiare le molte ragioni
per scegliere, se possibile, di anticipare
la stagione della procreazione e di realizzare
i propri sogni con maggiore semplicità
e certezza di risultato. Alle donne
vicine oppure oltre i 40 anni, invece,
vogliamo fornire tutte le indicazioni che
servono per scegliere il meglio per sé,
per il bambino e per la coppia. Perché
anche le cicogne tardive possono regalare
bimbi meravigliosi».
Per la donna, soprattutto, ma anche
per il suo compagno, la ricerca di una
gravidanza che tarda ad arrivare può
essere fonte di grande stress. E questo,
unito all’età, è un ulteriore motivo di
rallentamento della fecondità. I pensieri
che corrono nella testa dell’aspirante
mamma sono tanti: ce la farò ad avere
un figlio? Avrò difficoltà maggiori nella
gravidanza? E il parto, sarà più complicato?
Il bambino sarà sano? E avrò le
energie necessarie per seguirlo durante
la crescita?
Tante le storie di donne raccolte dalle
due autrici del volume della Giunti:
da ciascun racconto emerge la «centralità
degli aspetti psicologici connessi alla
ricerca, all’attesa e alla gestione di un
figlio per donne che, in quanto quarantenni,
hanno consolidato impegni, abitudini,
ritmi di vita difficili da modificare.
Esse mettono in luce quanto l’età
incida anche a livello di stanchezza fisica
e di stress». Tutte difficoltà «che possono
essere superate più agevolmente
se la donna è sostenuta da un partner
presente e attivo, e poi, in molti casi,
dall’aiuto dei genitori della coppia».
Esami preliminari, test sulla fertilità,
un monitoraggio accurato della gravidanza,
controlli prenatali, stimolazioni
ormonali: tutto può sostenere e condurre
a buon fine il desiderio della coppia
avanti nell’età di generare un figlio.
Ma, avvertono le due autrici, prima di
cercare una gravidanza, occhio allo stile
di vita, di lei e di lui!
Qualità dell’alimentazione, movimento
fisico, ma soprattutto niente fumo
e niente alcol sono alcune delle
ricette che la dottoressa Graziottin sottolinea
espressamente come premesse
necessarie a un buon esito nella ricerca
di un figlio.
Ecco allora alcuni preziosi consigli:
«esercizio fisico quotidiano (anche una
passeggiata veloce di 45 minuti e un po’
di stretching a casa), alimentazione saporita,
variata ma sobria, il rispetto del
peso forma e delle giuste ore di sonno,
niente fumo o droghe, pochissimo alcol
e i giusti integratori (vitamina D dall’autunno
alla primavera; ferro e vitamine
del gruppo B, magnesio, calcio e altri
oligoelementi e vitamine quando indicati)
aiutano a tenere in forma il corpo
migliorando l’immagine di sé, l’energia
e il sorriso verso la vita, verso il piccolo
e verso il partner».
E non si pensi che i consigli valgono
solo per il sesso femminile: anche l’uomo,
se vuole che i suoi spermatozoi, a
una certa età, facciano ancora bene il loro
lavoro, deve seguire le stesse “regole”
e uno stile di vita sano ed equilibrato.