Bozzini mentre suonava la serenata alla moglie.
A novembre aveva commosso tutt’Italia, quando si mise a suonare una romantica serenata alla moglie Carla con la sua fisarmonica, sotto le finestre dell'ospedale di Castel San Giovanni, nel Piacentino, dove la donna era ricoverata e dove purtroppo è poi deceduta.
Adesso l’alpino Stefano Bozzini ha ripreso a suonare il suo strumento per i pazienti nella corsia del centro Covid di Cortemaggiore, in cui è stato ricoverato a sua volta. Ammalatosi nei giorni scorsi, l’ottantunenne ex “penna nera”, infatti, è stato costretto ad entrare in ospedale risultando positivo al coronavirus. Ai primi segnali di ripresa, qualche giorno dopo il ricovero, i figli gli hanno portato il più gradito dei doni: l’inseparabile strumento musicale. E adesso allieta con le note di qualche canzone evergreen i compagni di degenza e il personale del nosocomio. "A volte mentre suono, qualcuno entra nella stanza, accenna un passo di danza e poi se ne va", racconta Bozzini al quotidiano Libertà di Piacenza. La musica come medicina? “Di certo - ha spiegato la figlia Lucia - gli ha giovato moralmente ma anche fisicamente".
Così, dopo il tenero gesto d’amore nei confronti della moglie, rimbalzato sui social e sui giornali, ora si ripete per regalare qualche momento di serenità e allegria a chi soffre come lui a causa del covid. "In quella serenata tutti abbiamo riconosciuto l'amore, nella semplicità e nell'immediatezza del suo linguaggio universale", aveva scritto in un messaggio di cordoglio su Facebook la sindaca di Piacenza Patrizia Barbieri. “Quel gesto di tenerezza che ci ha ricordato cosa significhi, davvero, volersi bene. Fare di tutto perché l'altra persona non si senta sola, trovando il modo di superare qualsiasi barriera. Non avere paura di mostrarsi vulnerabili, di manifestare ciò che si prova. Saper toccare il cuore di coloro che amiamo, sino all'ultimo istante".
Ora a muovere le sue dita sulla tastiera è invece la solidarietà affettuosa nei confronti di chi, come lui, è sofferente, costretto a letto, lontano dai familiari. E come nel novembre scorso scoppiò l’applauso di tutti, medici e infermieri, dalle finestre dell’ospedale, il battimani riparte adesso, commosso e riconoscente, da parte di tutti.