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domenica 15 settembre 2024
 
 

Avvento, il Papa l'inizia in periferia

30/11/2013  Domenica primo dicembre,la parrocchia di San Cirillo Alessandrino accoglie Jorge Mario Bergoglio. Luci e ombre, gioie e fatiche di una comunità che vive a Tor Sapienza. Il caso dei senzatetto che hanno occupato una chiesa sconsacrata.

«Un quartiere forse modesto dal punto di vista economico, ma non certo da quello del cuore. Questa gente ha sofferto tanto, conosce la povertà e i problemi e, proprio per le esperienze fatte, sa riconoscere e ascoltare le sofferenze altrui. È una parrocchia generosa dove ciascuno dà quello che può. È questo che mostriamo al Papa domenica 1° dicembre: una quotidianità fatta di tanta partecipazione,creatività, capacità di portare gli uni i pesi degli altri».

Don Marco Ridolfo parla della sua parrocchia, San Cirillo Alessandrino, quartiere Tor Sapienza, periferia est di Roma, oltre settemila abitanti. Una delle zone problematiche di Roma, disegnata a “elle”, con le case popolari da un lato e i grandi capannoni che si snodano fin quasi al raccordo anulare dall’altro. Papa Francesco ha deciso di partire da qui per cominciare l’Avvento, da una di quelle periferie delle quali non si è stancato di parlare fin dall’inizio del Pontificato.

«Per noi è un regalo che si intreccia con la vita della parrocchia». La nuova struttura è stata inaugurata a settembre 2012 e solo dal primo agosto don Marco è diventato il nuovo parroco, dopo che i padri francesi – che avevano retto la parrocchia per cinquant’anni– sono ritornati a casa.A vederlo, così conosciuto e ben voluto dai suoi parrocchiani, non si direbbe che sia qui da quattro mesi. Quattro mesi intensi, segnati dalle tante attività della parrocchia, dall’oratorio domenicale ai corsi di chitarra per bambini, alla corale,ai gruppi di catechesi di giovani e di adulti,al gruppo che cura il giardino. Ma anche dalla benedizione delle famiglie.

«Quando a settembre abbiamo saputo della visita del Papa abbiamo deciso di anticipare a novembre la benedizione che di solito si fa a Pasqua», spiega don Marco.
«Questo per conoscere meglio le famiglie del quartiere e per far arrivare a tutti, anche a chi frequenta meno i nostri ambienti, le notizie su come ci stiamo preparando alla visita del Papa».

Intanto, a poche centinaia di metri più in là, in quella che è stata la chiesa parrocchiale per oltre mezzo secolo, hanno trovato dimora 25 persone. Interi nuclei familiari – uomini, donne e bambini – che hanno aderito alla protesta di questi mesi sul diritto alla casa e che, da metà ottobre, hanno deciso di occupare la chiesa sconsacrata. «Siamo andati con il vescovo di zona a parlare con loro», dice don Marco sottolineando l’estremo rispetto degli occupanti per la struttura. «Sono persone con grandi difficoltà economiche, molto dialoganti. Sono anche loro nostre pecore. Al di là del giudizio sulla liceità o meno dell’occupazione resta il fatto che lì c’è un problema importante da risolvere. Non possiamo lasciare delle famiglie senza un tetto».

Difficoltà e accoglienza che si fanno spazio in un quartiere che il “resto di Roma” tende a dimenticare e che per don Marco è diventato una famiglia. «È il sottotitolo che abbiamo messo al nome della parrocchia: San Cirillo Alessandrino, una famiglia di famiglie». Ed è l’aria che si respira, con quella povertà dignitosa quasi un po’ fuori tempo. Ma anche con la speranza dei ragazzi che si avvicinano all’oratorio, delle giovani coppie che cominciano a diventare numerose:«Quest’anno abbiamo avuto più battesimi che funerali», commenta contento il parroco. Quindici bambini che il Papa intende incontrare uno a uno. E poi l’intenzione di fermarsi con i malati del quartiere e prendersi un po’ di tempo per le confessioni.

La parrocchia, così come Francesco ha chiesto attraverso il cardinale vicario Agostino Vallini, ha scelto di mantenere i suoi appuntamenti comprese le nove Cresime previste. «Vogliamo che veda la parrocchia nella sua normalità», spiega il parroco, «e che accolga quello che possiamo offrirgli. Il regalo che gli facciamo sarà qualcosa fatto da noi, con le nostre mani.Magari non sarà qualcosa di perfetto, come un qualche oggetto prezioso che potremmo comprare da qualche parte. Ma è qualcosa che ha, di prezioso, il cuore di chi lo fa. Un cuore grande che ho potuto sperimentare fin dal mio primo giorno di ingresso in questa parrocchia», conclude don Marco.

«Un cuore per il quale questa visita non è una meteora, ma una vicinanza reale del vescovo ai suoi fedeli.
Una visita che ci rafforza e ci incoraggia nel cammino e che abbiamo preparato soprattutto con la preghiera. In tanti dicono che questo è uno dei quartier ipiù difficili di Roma. Ma è anche vero che ha delle risorse di umanità che altrove,forse, è più difficile trovare».


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Papa Francesco inizia l'Avvento a Tor Sapienza
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