Dalla casa di Claudio Baglioni il colpo d’occhio sulla Cupola di San
Pietro è magnifico. Il cantautore osserva e butta lì: “Ci tengo a dirlo:
l’idea di costruire ponti per unire le sponde in questa società l’ho
avuta prima io del Papa nella canzone Capitani Coraggiosi”. “Non vorrai
mica citare il Papa per plagio?”, replica Gianni Morandi. Risate
generali: I due Capitani coraggiosi della musica italiana sono in gran
forma. Il titolo del romanzo di Kipling racchiude la loro collaborazione
che prevede 10 concerti al Foro Italico a settembre (uno dei quali
dovrebbe essere trasmesso in Tv) e un brano inedito dallo stesso titolo.
Titolo che, come la canzone, è farina del sacco di Baglioni:”Anche se
Gianni mi ha molto aiutato. Sto scoprendo che, oltre a essere un signor
cantante, è anche un signor musicista. Non è un virtuoso di uno
strumento, ma una persona che possiede una vera sapienza musicale”.
Chi sono i capitani coraggiosi?
Morandi:
“Lo diciamo nella canzone sono “i piccoli e grandi eroi di cui nessuno
ha memoria”. La gente che combatte tutti i giorni per portare a casa lo
stipendio, per dar da mangiare ai figli con 1.300 euro”.
Baglioni:
“Chiunque sia in grado di indicarci la strada, di farci recuperare
valori come il rispetto per gli altri, la sincerità, lo spirito di
sacrificio. Gente che non si rassegna”.
Morandi: “Il mio libro
preferito è L’idiota di Dostoevskij. In questo mondo dove tendiamo a non
credere più a nessuno, a pensare che ci siano sempre secondi fini,
avremmo tanto bisogno del candore del principe di Myskin”.
I vostri genitori sono stati capitani coraggiosi?
Morandi:
“Mio padre e mia madre hanno avuto il coraggio di fare un figlio nel
1944. Mentre fuori infuriava la guerra, loro pensavano alla vita”.
Baglioni:
“I miei genitori invece si sono trasferiti a Roma da un piccolo paese
non con una speranza, ma con una certezza: che il sarebbe stato
migliore. Avevano una fiducia incrollabile in loro stessi e nella
comunità in cui vivevano”.
Qual’è stato il gesto più coraggioso che avete compiuto da bambini?
Baglioni:
“Un pomeriggio giocavo a tirare i sassi in un torrente. Purtroppo uno
colpì sulla testa una bambina. Nessuno mi vide e tutti subito si misero a
urlare: “Chi è stato, chi è stato?” Io preso dalla paura, mi nascosi.
Ma poi, tremando, andai a “costituirmi” dai genitori della bambina”.
Morandi:“Mio
padre diffondeva i giornali e portava una giacca con una tasca piena di
monetine da 5 e 10 lire. Una volta, avevo 9 anni, rubai 15 lire per
comprarmi un gelato. Però fui subito preso da un senso di colpa
terribile e in più sapevo che quando avrebbe fatto i conti se ne sarebbe
accorto. Sapevo che era severissimo e che mi avrebbe punito con la sua
cinghia. Ma alla fine andai da lui e confessai. Lui non mi picchiò, ma
la sera, davanti a mia madre, mi ordinò:”Racconta cosa hai fatto oggi”.
Io, dall’imbarazzo, quasi rimpiangevo le cinghiate. Alla fine, con un
filo di voce, riuscii a dire:”Mamma, ho rubato 15 lire da papà…”.
E’ curioso il fatto che entrambi abbiate associato il coraggio all’espiazione di una colpa…
Morandi:
“Non so. Forse è perché oggi abbiamo smarrito il senso della vergogna.
C’è gente che viene condannata per reati anche gravi e non fa una
piega…”.
Baglioni: “Anzi, è quasi una medaglia al valore. Per mio
padre, che era un carabiniere, la reputazione era fondamentale. Ricordo
che lui ogni anno pagava 7-8 abbonamenti alla Rai perché la legge diceva
che bisognava pagarne uno per ogni apparecchio presente in casa, sia
radio che Tv. Quando sono diventato famoso, stava ancora più attento.
Ripeteva sempre: “Pensa se si viene a sapere che il padre di Claudio
Baglioni non paga il canone…”.
Torniamo a Capitani coraggiosi: a che punto siete con la scaletta?
Morandi:
“Sarà divertente scambiarsi le canzoni. Però aspetto ancora che Claudio
mi consegni la lista delle sue. Scrive testi bellissimi, ma spesso
difficili da imparare. Comunque ci devono essere quei dieci pezzi miei e
quei dieci pezzi suoi che non possono mancare. E poi possiamo pure
prendere la chitarra e divertirci a improvvisare sera dopo sera”.
Baglioni: “Tra l’altro, molte nostre canzoni si prestano al discorso sui Capitani coraggiosi: Uno su mille, Un anno d’amore…”.
Morandi: “Strada facendo, La vita è adesso, Poster…”
Un capitano coraggioso sa accettare le sconfitte. Voi come reagite quando le cose non vanno bene?
Morandi:
“Come tutti sanno, negli anni ’70 ho vissuto un lungo periodo di crisi
professionale. L’ho affrontato ricordandomi sempre da dove venivo. Mio
padre faceva il ciabattino e mia madre la lavandaia. D’inverno andava a
lavare i panni in una pozza gelida a mani nude”.
Baglioni: “Mi è
capitato parecchie volte di sentirmi amareggiato, avvilito e anche
peggio. Ma poi ho sempre capito che era successo perché avevo impostato
il mio lavoro solo per una mia personalissima soddisfazione individuale.
Penso che nessuno sia davvero sconfitto se combatte per qualcuno o
qualcosa”.
Chi è il più meticoloso tra voi?
Baglioni: “Io. Più che
meticoloso, sono un vero maniaco dei dettagli. Penso che derivi dal
fatto di essere un figlio unico. Mia madre faceva la sarta e io passavo
interi pomeriggi da solo a casa a contemplare tutto ciò che mi stava
attorno”.
Dieci concerti e poi basta?
Morandi: “Intanto vediamo
come va. Potremmo farne altri, anche all’estero. Vogliamo fare
spettacolo: sarà anche una sfida tra di noi. Avrò accanto non uno
qualsiasi, ma Baglioni. Vedrai cosa combinerò sul palco…”
Baglioni: “Gianni mi sta facendo diventare competitivo: sarà un pò duetto e un pò duello”.
Morandi: “Bisogna vedere come reagirà. Io sono abituato alle collaborazioni. Lui no”
Baglioni: “E’ vero, ho sempre vissuto in una splendida solitudine”.
State dicendo che potreste anche litigare?
Baglioni:“Certo, potrebbe succedere”.
Morandi: “Io non vedo l’ora…”
Baglioni: “Hai resistito, ma alla fine il Morandi “cattivo” è venuto fuori…”.
I due bambini che tiravano sassi e rubavano monetine sono tornati