«Sono molti i passaggi della prolusione del card. Bagnasco che ci scaldano il cuore» afferma Francesco Belletti, presidente del Forum. «Ci piace la mappa delle priorità con lo sguardo aperto a tutto l’umano, all’intimo della persona, ma al tempo stesso a tutto il mondo.
«Ci piace l’attenzione – al primo posto! - alle crisi globali, alla guerra, a quello che succede lontano da casa, che apre la Chiesa italiana ad un’attenzione e ad una solidarietà senza confini, anziché rinchiudersi nel ristretto mondo delle nostre case, delle nostre città, dei nostri circuiti (anche ecclesiali).
«Ci piace però anche l’attenzione alla singola madre che accoglie un figlio down, con una generosità di vita che sconfigge, da sola, ogni ideologia e ogni razionalità disumana.
«Ovviamente non poteva mancare l’attenzione al Sinodo di ormai prossima apertura, all’educazione, al lavoro e alla crisi, Ci piace la centralità della famiglia, soprattutto per la chiarezza: ci piace la definizione della famiglia come “grembo naturale della vita dove i figli non si producono ma si generano”.
«Perché generare vuol dire non possedere ciò che si crea, anzi, procrea. E questo diventa subito, da orizzonte antropologico, responsabilità sociale.
«Ci sentiamo pienamente riconosciuti quando il card. Bagnasco dice che “Non c’era bisogno di una crisi così grave e perdurante per riconoscere che la famiglia naturale è veramente il presidio della tenuta non solo affettiva ed emotiva delle persone, ma anche sociale ed economica. Per questo invitiamo le famiglie a farsi protagoniste della vita sociale attraverso reti virtuose: reti nazionali e internazionali che diventino interlocutori con gli organi dello Stato e con il mondo imprenditoriale”.
«E questo» conclude Belletti «è esattamente quello che le nostre associazioni, da sole e nella rete del Forum, cercano di testimoniare e di realizzare quotidianamente, con tutte le fatiche e le difficoltà di questi anni, ma anche con la serena consapevolezza che la famiglia naturale è davvero una buona notizia, per la felicità di ogni persona e per la costruzione di una società più umana».