Tra le tante sfumature del termine educazione
ce n’è una fondamentale che trova
il suo terreno più fertile nei primi cinque
anni di vita di un bambino: l’educazione
al gusto, che si coniuga anche con l’educazione
alla salute.
«Dopo l’allattamento i pediatri seguono passo
passo le mamme e i papà nella fase dello svezzamento,
ma una volta che questo si è concluso i genitori
vengono lasciati un po’ a se stessi», spiega Massimo
Agosti, direttore dei reparti di Neonatologia e Pediatria
dell’Ospedale di Varese.
Sul piano nutrizionale teniamo presente la teoria
dei mille giorni, ovvero i 280 della gravidanza
più quelli dei primi due anni di vita del bambino. «In
questa fase, ci dice l’epigenetica, ovvero la scienza
che studia le modifi che del Dna, l’organismo umano
è programmabile dall’ambiente, che nel nostro caso
è rappresentato dal cibo. «A seconda di quello che
diamo da mangiare al bambino», dice Agosti, «possiamo
orientare i suoi geni. Facciamo un esempio: se
sono geneticamente predisposto all’infarto e sono
stato nutrito in modo scorretto nei primi due anni di
contrario,
se vengo allattato bene, e svezzato e nutrito in
modo adeguato, comincio già a fare prevenzione».
Un altro fattore a rischio è l’eccesso di calorie e
grassi
nell’alimentazione infantile. «Un quarto dei
bambini in età scolare è in sovrappeso», dichiara. «Questa condizione favorisce il sovrappeso anche in età adulta, strettamente legata a disturbi come la sindrome
metabolica, il diabete, l’ipertensione».
Per venire all’aspetto pratico, limitare le proteine
animali (uova, pesce, formaggi...) a una volta al
giorno, prevedere la carne solo due o tre volte alla
settimana. No agli snack industriali non specifici per
l’età. Ridurre l’apporto di dolci, in particolare prima
dei pasti, poiché tolgono l’appetito e sono cariogeni.
Sì invece a frutta a verdura cotta o cruda a legumi,
cereali, e non solo la comune pasta bianca o il riso,
ma anche la quinoa, il miglio, il cous cous. Usare pochissimo
sale, scegliendo quello marino integrale.
«Si possono realizzare ricette veloci, gustose e
nutrizionalmente equilibrate che vadano bene
per tutta la famiglia. Per armonizzare il
legame affettivo con il cibo si può anche
proporre ai bambini di preparare insieme
i pasti attraverso semplici attività».
Un ruolo speciale lo gioca la merenda,
che è la celebrazione del dolce “buono”:
mousse, budini, tortine, macedonie
speziate, frutta cotta, biscottini aromatici…
«Buono è un aggettivo importante sul
piano dell’educazione», conclude l’esperto. «Far
capire ai bambini le sfumature dei sapori, far loro
conoscere le gradazione della dolcezza, gli abbinamenti,
le consistenze, allarga i loro orizzonti,
mentre al contrario il cibo industriale, o comunque
quello carico di zuccheri e di sale, orienta
negativamente il gusto».