Una pagina dell'albo illustrato "Il grande volo", di Fulvia Degl'innocenti e Silvia Colombo
La ricorrenza odierna del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, evidenzia il dovere civile e morale di non dimenticare mai quelle famiglie e quelle mura domestiche in cui le relazioni familiari, anziché essere la principale risorsa di protezione e di benessere, diventano prigioni e luoghi di prevaricazione e di violenza per troppe donne e per troppi bambini e bambine. Il peggior tradimento possibile, quando chi dovrebbe essere il tuo principale alleato, difensore e custode diventa il tuo peggior carnefice. E non bisogna dimenticare nemmeno i diversi volti della violenza, tutti drammatici quanto più diventano prassi quotidiana, dagli estremi dell’aggressione fisica, persino mortale, fino alle costanti crudeltà psicologiche e mentali che quotidianamente possono distruggere la fiducia, l’autostima e persino la speranza dei più deboli.
In questa prospettiva è stata particolarmente significativa la giornata di formazione del 20 novembre (altra data importante, Giornata mondiale dei diritti dei bambini) che l’Ordine regionale lombardo degli assistenti sociali ha promosso su “Testimoni invisibili. La violenza assistita dai bambini. Dove siamo e dove vorremmo essere”, organizzata con la convinta collaborazione del Cisf, che ha visto la presenza di oltre 200 partecipanti, da tutti i servizi. Infatti “spesso non ci soffermiamo a pensare che cosa deve essere per un bambino di quattro anni vedere mamma e papà furiosi che urlano. Papà e mamma sono giganteschi, gli incombono sopra come titani, e non c’è nessuno che possa soccorrerlo, perché coloro che dovrebbero proteggerlo sono i suoi aggressori. La Strega, l’Orco sono la metafora di papà e mamma quando i genitori sono terribili, e i genitori possono esserlo, nessuno come loro può esserlo. Quando un bambino è aggredito dagli adulti sogna di scappare in mezzo ai Sette Nani, in un mondo bambino a misura di bambino dove nessuno sia più grande di lui” (Silvana De Mari, Il drago come realtà. I significati storici e metaforici della letteratura fantastica, Salani, Milano 2007, p. 65).
I numerosi contributi nell’arco della giornata hanno evidenziato sia la crescente attenzione dei servizi verso gli “inermi testimoni della violenza domestica”, sia la drammatica complessità degli interventi. In particolare è parsa irrinunciabile e urgente la promozione di una rete sempre più stretta tra tutti gli attori a contatto con i bambini, dal sistema giudiziario alla scuola, dai servizi sociali a quelli psicologici e psichiatrici, mettendo attorno ad un tavolo competenze multidisciplinari. Un altro aspetto prioritario – e complesso – è stata la dimensione temporale: intervenire prima possibile, ai primi segnali di violenza, intervenire tempestivamente, con interventi protettivi dei bambini coinvolti, intervenire con percorsi di accoglienza, sostegno e cura di lungo periodo, perché le ferite e i traumi che un bambino riporta non si curano solo con la pur doverosa protezione del primo intervento, ma esigono un lungo tempo di ascolto, accoglienza, contenimento e protezione.
Particolarmente significativa è stata la chiusura della giornata, che ha visto la lettura ad alta voce de Il grande volo, un volume illustrato per bambini esplicitamente dedicato alla violenza assistita, da un racconto di Fulvia Degl’Innocenti (giornalista di Famiglia Cristiana, oltre che sperimentata autrice per l’infanzia), disegnato da Silvia Colombo. Perché i bambini che hanno assistito a episodi di violenza nelle proprie case hanno bisogno di poter dare voce a questo trauma, e un libro illustrato può essere un prezioso strumento nelle relazioni di aiuto: riconoscendo il dramma: “A casa di Nina ci sono sere in cui tutto vola. Volano i piatti lanciati come frisbee che atterrano in tanti pezzi… volano anche le MANI, che lasciano SEGNI rossi sulla pelle. A volare più spesso sono le parole taglienti come lame… Nina guarda tutto quello svolazzare rannicchiata dietro una poltrona…” ma anche dando spazio alla speranza, perché se si interviene e si offrono rifugi sicuri “nella nuova casa di Nina le cose hanno smesso di volare...” e finalmente “ci sono sere in cui rannicchiarsi tra le braccia della mamma” (Fulvia Degl’Innocenti, Silvia Colombo, Il grande volo, Edizioni Astragalo, Novara, 2022).