Nel mondo di Jax, bambino di cinque anni di Louisville nel Kentucky, non esiste il colore della pelle che tanti conflitti provoca ancora oggi negli Stati Uniti. Come tutti i piccoli della sua età ama imitare e confondersi con i suoi coetanei per sentirsi uguale e ha pensato che, rapandosi la testa come il suo amichetto Reddy, avrebbe potuto imbrogliare la maestra. Si sarebbero seduti nei banchi l’uno dell’altro, avrebbero risposto all’appello scambiandosi i nomi e l’insegnante non si sarebbe accorta di nulla.
Quante risate si sarebbero fatti lui e Reddy, amici inseparabili da quando il suo amichetto è stato adottato dai coniugi Weldons ed è arrivato nella sua classe. Ecco che a questo punto arriva la parola “di colore” oppure “africano” che Jax non conosce perché Reddy ha la pelle nera e mai la maestra avrebbe potuto confonderlo e scambiarlo per Jax. Che peccato, perché Jax proprio non sa che vuol dire una pelle o una razza diversa dalla sua.
Questa storia bellissima, che dimostra che per i bambini non importa di che colore è la pelle, e siamo noi adulti ad educarli all’idea di una differenza di razza, ha fatto il giro di “Facebook” perché la mamma di Jax ha deciso di mettere sul social le foto dei due bambini che si abbracciano dopo il taglio di capelli. Reddy e suo fratello più grande Enock sono nati in Africa e avevano soltanto due e quattro anni quando sono stati adottati dal pastore battista Weldon della chiesa di Carlisle Avenue, a Louisville, e da sua moglie Debbie. «I miei figli non hanno il colore della mia pelle», ha detto il signor Weldon, «ma siamo una vera famiglia. Ci amiamo, abbiamo lo stesso cognome. Sono il mio futuro e erediteranno tutto quello che ho e porteranno avanti la famiglia».