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venerdì 04 ottobre 2024
 
 

Barbara Berlusconi: oggi il Milan, domani chissà

03/01/2014  Giovane e tosta, la giovane Berlusconi scompagina gli equilibri dell’impero del padre. Ma sa farsi apprezzare.

Tra tutte le donne che hanno dato filo da torcere a Silvio Berlusconi, lei è quella che s’è beccata addirittura un complimento: «Mi ha scatenato l’inferno nel Milan. Ma è brava, tosta. Forse non ha l’età, chissà». Sicuramente, quando si tratta di fare entrate a gamba tesa, lei è una che azzecca i tempi, anche se un po’ nel genere “gamba o pallone”. Classe 1984, laurea in Filosofia al San Raffaele, Barbara Berlusconi, B.B. come è stata ribattezzata, ai primi di novembre dell’anno scorso, con un comunicato all’Ansa, ha sparigliato il delicatissimo risiko di Arcore dando l’ultimatum al padre: per il Milan decidi, o io o Galliani. Berlusconi alla fine ci ha messo una pezza. Ma scommettiamo che non durerà. Troppo determinata, la terzogenita del Cavaliere, per demordere.

Dell’impero di famiglia lei vuole prendersi, per ora, il Milan. Il ruolo di consigliere d’amministrazione con cui era stata tacitata due anni fa non le basta più: B.B. punta alla poltrona di massimo dirigente e a rifondare il club.
A Marina è andata la Mondadori (e, chissà, in futuro anche Forza Italia), a Piersilvio Mediaset. Qualche mese fa Barbara pare tifasse perché la sorellastra traslocasse a Palazzo Grazioli e liberasse un po’ di caselle di peso nell’impero di Arcore. Delusa. Per ora, almeno. Telegenica, decisa, testarda, una pacchia per i giornalisti a cui regala sempre chicche polemiche, qualche love story da esibire in copertina essendo però anche mamma di due di figli, Edoardo e Alessandro, B.B. è una che non ama affatto lavare i panni sporchi in famiglia. Soprattutto se in ballo c’è la sua scalata al potere. «Immagino un mio futuro in Mondadori, studio per questo, me l’ha chiesto mio padre», azzardò nel 2009 suscitando l’ira del Cavaliere e soprattutto, com’era logico, di Marina.

«Dietro queste sparate c’è la madre», malignarono alcuni, cogliendo nel suo attivismo le manovre di Veronica Lario già in rotta con l’ex marito e paladina della sorte dei figli. Sempre B.B., nell’intervista a un settimanale, criticò la decisione (di Marina e Piersilvio, guarda caso) di non cedere Mediaset al magnate Murdoch. Fino a osare l’inosabile sull’argomento tabù per eccellenza: le feste del Bunga Bunga.
«Per un politico», spiegò, «non esiste confine tra pubblico e privato». Acqua passata, pare. La sentenza Mediaset che ha condannato Berlusconi ha ricompattato le più pugnaci tra le Berluscone, Barbara e Marina, unite nella difesa intransigente del Cav.
«Condanna infame e infamante, mio padre ha fatto molto per l’Italia», ha sentenziato B.B. fustigando tutti quelli che «hanno finto di sposare le sue idee politiche ma hanno agito per interesse personale». Riallineata. E, per dirla con suo padre, tosta come al solito. Nella sua scalata al Milan B.B. ha pure beneficiato, qualche tempo fa, dell’autorevole benedizione di Cesare Prandelli, ct della Nazionale: «È una brava manager, ha fiuto, bisogna lasciar spazio ai giovani ».
Lei, tosta ma sorniona, incassa, accetta i compromessi (vedi coabitazione con Galliani) e si prepara. La dinasty di Arcore è solo agli inizi.

 
 
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