La chiesa di Sant'Anna, Barcellona, fulcro religioso della comunità italiana.
E’ stato il cardinale Joan Josep Omella, arcivescovo di Barcellona, a impartire la Cresima a otto giovani della comunità italiana che vivono nella città spagnola. Nei giorni scorsi, infatti, il porporato per la prima volta, ha visitato la comunità italiana e con loro ha celebrato la liturgia eucaristica nell’antica chiesa di Sant’Anna dove la comunità si riunisce periodicamente. La celebrazione era attesa con la stessa emozione “con cui si attende una festa di famiglia in cui vivere un grande momento di condivisione con le parrocchie catalane il cui appoggio e supporto è stato indispensabile per il cammino della comunità”, ha detto il sacerdote italiano, don Luigi Usubelli che la guida dall’inizio della sua fondazione, il 4 ottobre 2014.Una comunità attiva a fianco dei nostri connazionali con proposte di iniziative pastorali diverse che vengono praticate in tante parrocchie dislocate in varie zone dell’area urbana, spiega don Usubelli che presiede la liturgia eucaristica tutti i sabati sera nella parrocchia di Santa Anna oltre a momenti di spiritualità in luoghi diversi durante l’anno.
Durante la celebrazione eucaristica presieduta dl cardinale di Barcellona la comunità ha voluto “offrire” durante l’offertorio, diversi progetti, servizi ed attività che vengono promossi come la vicinanza ai senza fissa dimora o ai connazionali presenti nelle carceri cittadine con la collaborazione del segretariato della pastorale penitenziaria.
Sono molti gli italiani che negli ultimi anni hanno scelto la Spagna come luogo di residenza soprattutto nella Capitale Madrid e a Barcellona. Qui si è registrata un aumento di presenze italiane pari – dal 2011 al 2015 – al 17%. Barcellona rappresenta la destinazione degli arrivi di circa il 24% delle donne italiane di 20-44 anni che si spostano dall’Italia e che in questa città, spiega il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes riscontrano un clima più favorevole di quello italiano alle pari opportunità, soprattutto rispetto all’accesso a professioni qualificate. Nel 2015 i residenti, con passaporto italiano erano circa 26mila mentre qualcuno oggi parla di circa 60mila italiani presenti nella città catalana. Dal 2014 la comunità italiana è diventata la più rappresentativa seguita da quella pakistana, cinese, francese e marocchina, si legge nel Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes edizione 2016. Una emigrazione soprattutto giovanile e con un titolo di studio qualificato. Dai dati di un Censimento spagnolo del 1° novembre 2011 – riporta il Rapporto - risultava che la categoria prevalente tra le attività svolte dagli italiani è quella della ristorazione sia a Madrid sia a Barcellona.
Barcellona, inoltre, insieme ad altri comuni della Catalogna tra i quali si distingue Tarragona, sta diventando – scrive il rapporto - un punto di riferimento per l’apprendimento della produzione di birra artigianale, di particolare interesse da parte degli “italoitaliani” dai 25 ai 39 anni.