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mercoledì 09 ottobre 2024
 
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Casule, ma non solo: la famiglia che "veste" Papa e vescovi

20/02/2020  Paolo e Francesco Tangari ci mostrano le vesti liturgiche preparate per i concelebranti della Messa presieduta da Jorge Mario Bergoglio, che domenica 23 febbraio conclude l'incontro "Mediterraneo, frontiera di pace". La veste destinata a papa Francesco resterà a Bari in ricordo di questa storica visita, un’altra identica sarà conservata nella Sagrestia pontificia.

Sono stati ideate e realizzate in Puglia la casula e la mitra che papa Francesco indosserà domenica prossima a Bari per celebrare la Santa Messa e l’Angelus a conclusione dell’incontro con i vescovi del Mediterraneo. Le ha prodotte un’azienda di Corato (laboriosa cittadina a nord del capoluogo), la Tangari Made in Italy che ha cucito e preparato in perfetto stile artigianale anche le 200 casule di cardinali e vescovi oltre alle 500 stole per tutti i sacerdoti e i diaconi (100) in occasione di “Mediterraneo, frontiera di pace”, il grande evento promosso dalla Conferenza episcopale italiana e dall’arcidiocesi di Bari-Bitonto che vede la partecipazione del Santo Padre per il momento conclusivo dopo un intenso confronto finalizzato ad indicare percorsi concreti di riconciliazione e fraternità fra i popoli in un'area segnata da guerre, persecuzioni, emigrazioni e discriminazioni.

L’azienda coratina, che da tre generazioni esporta in tutto il mondo manufatti di arte sacra e attraverso il suo più recente brand “Ecclesia” anche l’abbigliamento religioso e liturgico, su richiesta del vescovo, monsingor Francesco Cacucci, e dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, ha curato la progettazione e l’attuazione della casula e della mitra del Pontefice. Per questo importante appuntamento si è messa a lavoro anche la quarta generazione della famiglia Tangari. Il ventenne Francesco, figlio dell’amministratore Paolo, studente presso l’Accademia delle Belle Arti, ha creato il ricamo principale che è stato cucito sulle casule del Papa e dei celebranti con una rinnovata interpretazione del tema dell’avvenimento. «L’ho disegnato in chiave moderna», sottolinea il giovane Francesco Tangari.  «Il pesce (ichthùs) richiama il suo habitat naturale, cioè il mare, ed è il più antico simbolo di appartenenza a Cristo e alla comunità cristiana. Il colore del ricamo, ricorda le terre bagnate dal mare, simbolo di uguaglianza, ma anche la terra di Bari, ricca di ulivi, consolidando il tema della riconciliazione e della Pace. L’occhio di colore azzurro rappresenta il Mediterraneo e il suo ecosistema».

Dal novembre scorso l’azienda di Corato ha operato senza un attimo di sosta per modellare, assemblare e confezionare tutto l’abbigliamento liturgico commissionato dalla Cei. La ditta Tangari ha già vissuto una precedente esperienza, quando nel 2018 in occasione della visita del Pontefice a Molfetta per commemorare il 25mo dies natalis di don Tonino Bello, realizzò una speciale casula con il ricamo che richiama la croce, simbolo che ha sempre distinto e accompagnato la storia e l’immagine di don Tonino durante il suo percorso terreno. Questa volta c’è stato uno studio ancor più approfondito. «Il nostro ufficio stilistico ha dovuto ricercare un tessuto che fosse in linea con lo stile semplice ed elegante di papa Francesco», spiega Paolo Tangari, amministratore dell’azienda. «Una volta individuato un filato con queste caratteristiche, composto principalmente da lana e seta, è stato effettuato un bagno di colore per ottenere la stessa tonalità delle casule dei concelebranti. Il mix della tonalità dei colori tra la seta e la lana fa emergere il fascino dello stolone. La veste papale avrà uno stolone ricamato con la croce simbolo dell’evento e tanti piccoli dettagli attorno al collo. In aggiunta alla casula c’è anche la mitra, che riprende lo stesso tema».

La veste destinata a papa Francesco resterà a Bari in ricordo di questa storica visita, un’altra identica sarà conservata nella Sagrestia Pontificia.

 

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