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giovedì 10 ottobre 2024
 
La storia di Daniele Conte
 

Basket in carrozzina, lo sport che fa miracoli

23/12/2016  Quindici anni a gennaio, di Postiglione, entroterra salernitano, affetto da tetra paresi spastica, è entrato a far parte da titolare della squadra di basket "Crazy Ghost Inail", l’unica società campana nel campionato nazionale in carrozzina. E senza mettere la scuola da parte: il suo ultimo voto, 10 in fisica. La prova che è possibile non arrendersi alle poche opportunità che le singole comunità, soprattutto al Sud, offrono a chi vive un disagio fisico.

Nella foto sopra: Daniele Conte, al centro, durante una partita di basket. Nella copertina del servizio: Daniele con la famiglia e gli amministratori comunali di Posiglione, Salerno (fotografie di Fanny Rojas)

 

 

Il Natale di Daniele si è già rivelato. Ha tutto ciò che desidera: l'affetto della famiglia e degli amici inseparabili, Gregorio e Pierpaolo. Anche se, in realtà, un piccolo grande regalo per lui sarebbe la vittoria in campionato dei Crazy Ghost Inail, la squadra di basket in carrozzina di cui fa parte. C’è un’unica frase vietata in campo: «Non ce la posso fare! Dopo di che tutto è ammesso, parolacce incluse». Ci scherza su Daniele Conte, 15 anni a gennaio, di Postiglione, entroterra salernitano, a pochi chilometri da Paestum, affetto da tetra paresi spastica, su quello che è uno dei suoi ultimi traguardi conquistati a due anni dall’inizio degli allenamenti: entrare a far parte da titolare della squadra di Basket Crazy Ghost Inail, l’unica società campana nel campionato nazionale in carrozzina.

Daniele Conte con un compagno di squadra (foto di Fanny Rojas).
Daniele Conte con un compagno di squadra (foto di Fanny Rojas).

Al momento le uniche due regioni italiane rimaste senza società sono la Basilicata e la Valle d’Aosta. E la Crazy Ghost Inail, che milita in serie B, retrocessa dopo un anno trascorso in A, non esclude di aprire le porte a chi non volesse rinunciare a praticare questo sport. Come accade per chi vive in quei piccoli, piccolissimi comuni di montagna, tutto ciò di cui si ha bisogno non è quasi mai a un passo da te. E i sacrifici e gli sforzi si raddoppiano per quelle famiglie e per quei ragazzi come Daniele che hanno bisogno di un supporto speciale. «È talmente grande la soddisfazione di vedere mio figlio riuscire in tutte le attività che svolge, che nulla ci pesa», a parlare è Teresa Viggiano 39 anni, madre di Daniele e della piccola Daria di 7.

Ogni martedi tutta la famiglia, insieme a papà Dario, impiega due ore di viaggio ad andare e tornare da Postiglione sino al palazzetto dello sport di Pontecagnano per gli allenamenti serali. Quasi ottanta chilometri in tutto, ma per la famiglia Conte non è certo questa la sfida. Quello di cui si preoccupano di più è il trasporto scolastico che dal prossimo anno a Daniele potrebbe non essere più garantito. «Finora il Comune – che tra l’altro ha comprato a Daniele la carrozzina da Basket e per questo li ringrazio – ci ha supportato con un pulmino dotato di pedana che veniva a prendere Daniele a casa per portarlo a poco meno di quattro chilometri di distanza, dove normalmente faceva cambio prendendo un altro mezzo che lo portava fino a scuola distante cinquanta chilometri circa. Ma non ci sono più fondi e l’azienda ci ha chiesto 30 euro al giorno per continuare a garantire il servizio. Un prezzo assurdo. Viviamo in campagna e i disagi sono maggiori ma il punto è che Daniele ha un tale desiderio di normalità e di indipendenza che desidera viaggiare come tutti i suoi amici».

Daniele è un ragazzo che fa dell’autoironia l'arma vincente. La sua forza è quella di decine di ragazzi come lui che nonostante le difficoltà fisiche dimostrano di mangiare a morsi la vita: «Quando sono in campo - racconta - sento come se nulla fosse impossibile per me». Tutto questo senza mettere la scuola da parte, anzi. Daniele è tra i primi della classe e vanta il suo ultimo 10 in fisica, frequenta il primo anno dell’Istituto tecnico informatico con indirizzo telecomunicazioni di San Gregorio Magno, ama la matematica e non usa mai la calcolatrice perché riesce a fare calcoli importanti, moltiplicazioni incluse, anche solo a mente. il sogno nel cassetto, però, resta quello di diventare un giornalista sportivo. «Noi i miracoli li facciamo con la buona volontà», dice il presidente della società Vincenzo Spinelli che spiega «quello che gli altri fanno con lo strumento dei soldi noi lo facciamo con la forza della passione. Pensi che abbiamo fatto il campionato di serie A con 30mila euro, contro i 200mila di altre squadre».

La sfida è a partire dalle carrozzine per giocare a basket, dal costo proibitivo per decine di famiglie che desiderano per i propri figli una vita il più possibile normale: la spesa si aggira sui 3.500 euro e le Asl non le passano. Ma la Crazy Ghost con grandi sacrifici le garantisce per tutti. La squadra esiste dal 1999 per volontà di cinque persone, consideratesi appunto “pazze” per dire a tutti che i portatori di handicap non sono “fantasmi”, tutt’altro. «Sono piuttosto – dice il presidente Spinelli – la prova che superare i propri limiti è possibile, la dimostrazione della capacità di reagire di ognuno di noi di fronte alle difficoltà, la constatazione che possiamo non arrenderci alle poche opportunità che le singole comunità, soprattutto al Sud, offrono a chi vive un disagio fisico». Prossima sfida segnata in rosso sul calendario dei Crazy Ghost Inail sono gli Europei under 23 al Lido di Iesolo dal 7 al 14 gennaio. E per chi volesse devolvere un sostegno alla loro squadra, quello che segue è il codice fiscale per il 5x1000: 03554850655.

 
 
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