Con il voto del Senato del 2 agosto è stata approvata la Legge sugli sprechi alimentari e farmaceutici. Questo significa che sarà possibile recuperare le eccedenze e donarle ai soggetti che ne hanno bisogno. «Evitare che quanto risulta in eccesso venga buttato via, è un bene per tutti», ha dichiarato Maria Chiara Gadda, deputato del Pd e prima firmataria della legge, «perché si limita la produzione di rifiuti, l’emissione di anidride carbonica, l’impiego di risorse naturali, e il consumo di suolo. Ma l’aspetto più importante è che prodotti buoni, perfettamente consumabili, possono essere destinati ai cittadini più fragili». «La nostra è una società consumistica, che spreca tutto, dal cibo (5 milioni di tonnellate l’anno nel nostro Paese) ad altri generi di prodotti» ricorda Gadda. « Tra questi, nella legge abbiamo individuato i farmaci, finora esclusi, e altri beni saranno individuati dal “Tavolo Indigenti” assieme alle associazioni di categoria».
Lo spreco, per circa il 43%, avviene all’interno delle mura domestiche. La parte rimanente, come ricorda una indagine del Politecnico di Milano, si genera lungo tutta la filiera produttiva dal settore primario, fino alla produzione, distribuzione e somministrazione degli alimenti.
I termini “spreco” ed “eccedenza” vengono definiti ed inseriti per la prima volta nel nostro ordinamento. «La legge è articolata, e considera anche aspetti che in questi anni hanno creato difficoltà» continua l’onorevole. «Abbiamo chiarito che il pane può sicuramente essere donato nell’arco delle 24 ore dalla sua produzione; si è ribadita la differenza tra la data di scadenza e il “termine minimo di conservazione” (la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”), e sarà possibile donare i prodotti confiscati, purché buoni e sicuri».
«Questo è un grande risultato per l'Italia, che dimostra così di saper tenere il passo con i paesi europei più virtuosi, come la Francia, nella lotta contro gli sprechi alimentari», commenta Gregorio Fogliani, presidente della Onlus QUI Foundation, attiva dal 2007 con il progetto “Pasto Buono” per il recupero e la donazione di eccedenze alimentari ai bisognosi. «Aspettavamo un intervento simile da anni. Grazie agli incentivi previsti dalla nuova legge, donare diventerà più semplice. Rispetto alla norma approvata in Francia, quella italiana non è punitiva, ma punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica. Questo farà certamente crescere il numero di locali disposti a donare e aumenterà le quantità di cibo salvato. Secondo le stime, questa legge potrebbe dimezzare il volume degli sprechi nel giro di dieci anni. Abbiamo calcolato che se tutti i pubblici esercizi italiani mettessero a disposizione le loro eccedenze, con una media di 20 pasti al giorni, si potrebbero distribuire addirittura 7 milioni di pasti quotidianamente. Noi, che con il progetto no profit Pasto Buono abbiamo raggiunto i 500mila pasti recuperati all'anno, ci poniamo come obiettivo di recuperare e donarne 1 milione».
«Contrastare lo spreco» conclude Maria Chiara Gadda «aiuta tutti a vivere meglio. L’Italia, che prima di altri paesi in Europa aveva avviato questo percorso con la legge del Buon Samaritano nel 2003, ora si è dotata di una nuova legge moderna, che incentiva le tante esperienze e buone pratiche diffuse sul territorio nazionale».