Bastano poche mosse semplici,
per sapere, comodamente a casa
nostra, dati importanti sulla
nostra salute. È il vantaggio della
diagnostica rapida per l’autocontrollo
domiciliare, un sistema che negli
ultimi anni si è andato sviluppando e permette
di indagare su una possibile patologia
(che comunque richiederà conferma
da parte del medico curante), oppure verifi
care se la terapia che stiamo seguendo
sta funzionando.
«Il principio che utilizzano è quello della
chimica allo stato secco.
I reagenti presenti
nelle strisce rimangono cioè stabili
fi no al momento del loro utilizzo o alla data
di scadenza», spiega il dottor Francesco
Carlo Gamaleri, farmacista territoriale e
componente del Consiglio dell’Ordine dei
farmacisti delle Province di Milano, Lodi e
Monza Brianza. «Quando entrano in contatto
con il liquido biologico da analizzare
(in questo caso l’urina), i reagenti si attivano,
“legandosi” alla sostanza da ricercare.
A questo punto, la reazione dà luogo, direttamente
sulla striscia reattiva, a una variazione
di colore che va letta secondo le indicazioni
del dispositivo. Alcuni si limitano a
dire se una sostanza è presente o assente,
altri stabiliscono il grado di sostanza, in base a una scala cromatica che va da un colore
chiaro, quasi impercettibile, a uno molto
scuro.»
Ma quanto sono affidabili questi test?
«La sensibilità di questa procedura di analisi
è andata migliorando col tempo: se
eseguiti correttamente, le risposte sono
attendibili», risponde l’esperto. «Perché
la striscia si colori, la sostanza deve essere
presente a partire da una certo valore.
Questo significa che se la sostanza che stiamo
ricercando è presente nell’organismo,
ma in quantità inferiore al valore minimo
previsto nella striscia reattiva, il test non è
in grado di rintracciarla».
Diabete mellito e acidosi metabolica
Fra i test di autocontrollo, quello per la
valutazione del glucosio nelle urine è
tra i più diffusi. La presenza di questa sostanza
– che costituisce una delle principali
fonti energetiche dell’organismo – nell’urina
può essere indicativa di diabete mellito.
«Va detto, però, che il glucosio viene eliminato
con le urine solo quando la sua concentrazione
nel sangue è tale da superare
la soglia renale», osserva il dottor Gamaleri.
«Se il glucosio non risulta presente
nell’urina, potrebbe comunque avere un
valore molto elevato nel sangue. Ecco per ché, nel caso ci sia un “sospetto” di ridotta
tolleranza agli zuccheri o diabete, un test
sul sangue (anche questo eseguibile a domicilio
o in farmacia) sarebbe sicuramente
più indicato.
L’autocontrollo del glucosio
nelle urine può essere utile, invece, nei casi
in cui la malattia, già diagnosticata, è in
corso di trattamento, per tenere sotto controllo
l’effi cacia della terapia in atto».
Altro test diff uso è quello per i corpi chetonici.
Quando, per un difetto metabolico,
questi prodotti di scarto del metabolismo
degli acidi grassi aumentano, prima nel
sangue e poi nell’urina, si determina una
condizione di “acidosi metabolica”. «È una
situazione che, nei soggetti diabetici, può
indicare un aggravamento della malattia
oppure una terapia che è gestita in modo
non corretto o che non è adeguatamente
effi cace», spiega il dottor Gamaleri. «Un aumento
dei corpi chetonici nelle urine può
verifi carsi anche in caso di diete sbilanciate,
o, talvolta, nel primo trimestre di gravidanza
(iperemesi gravidica). Nei bambini,
l’acidosi metabolica può essere provocata
da episodi febbrili dovuti a infezioni batteriche
o virali, diarrea, digiuno prolungato o
alimentazione carente di zuccheri».
Cinque parametri
Dispositivi più completi sono in grado di rilevare
più valori contemporaneamente. I
più diff usi sono quelli con cinque parametri:
«Oltre alla valutazione di glucosio e di
corpi chetonici, essi possono determinare
il pH dell’urina e segnalare la presenza di
sangue o di proteine», spiega l’esperto.
Il pH rappresenta il grado di acidità
dell’urina confrontato a quello dell’acqua:
«Il valore di pH urinario oscilla tre 4,5 e 6,5-
7,0», spiega l’esperto. «Il pH dell’urina varia
nel corso della giornata (al risveglio è al
massimo dell’acidità, mentre dopo pranzo
tende all’alcalinità)».
«La presenza di sangue nelle urine può
essere indicativa tipicamente di patologie
renali o uro-genitali, non solo infettive»,
commenta il dottor Gamaleri. «La verifi ca
di questa condizione è importante in chi
ha superato i 60 anni e nei forti fumatori».
In condizioni di benessere, le proteine
sono assenti nelle urine. Un livello elevato
potrebbe segnalare varie patologie renali.
«Va detto, però, che un aumento di
proteine nell’urina (per precisione, il parametro
che viene ricercato è l’albumina)
può anche essere la conseguenza di uno
sforzo fi sico intenso, o di uno stato febbrile
prolungato», osserva il farmacista. «La
ripetizione dell’esame, secondo la cadenza
suggerita dal medico, consente una valutazione
più precisa».