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mercoledì 11 settembre 2024
 
Vaticano
 

Battezzati e inviati: portare il Vangelo al mondo

01/12/2018  Presentato il mese straordinario missionario voluto da papa Francesco per novembre del prossimo anno. Tra gli strumenti per la preparazione anche un sito web e una guida per far conoscere le missioni.

«Non un prodotto da vendere, ma una vita da comunicare». Riassume così il senso della missione, padre Fabrizio Meroni, dell’agenzia Fides e segretario generale della Pontificia unione missionaria. Presentando il mese missionario straordinario “Battezzati e inviati” che papa Francesco ha voluto indire per il novembre del prossimo anno in concomitanza con il centenario della promulgazione della Lettera apostolica Maximum Illud di Benedetto XV con la quale fu dato nuovo slancio alla responsabilità  missionaria di annunciare il Vangelo, monsignor Giampiero Dal Toso, presidente delle Pontificie opere missionarie ha ricordato che tutti siamo missionari.

In linea con il Concilio Vaticano II che ha ribadito che la responsabilità di annunciare il Vangelo appartiene a tutto il popolo di Dio in virtù del battesimo, monsignor Dal Toso, ha sottolineato che «noi possiamo declinare la missione solamente come proposta di fede, che parte da Dio e Dio non si impone, ma si propone». Nessun proselitismo, dunque, nessuna idea di «stampo colonialista con le partenze dal cosiddetto mondo occidentale verso i Paesi più poveri, ma una  missionarietà  estesa a tutti e sono proprio le Chiese locali che fanno tanto bene nel servizio delle popolazioni», ha detto, dal canto suo, il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. «In preparazione dell’evento», ha spiegato il cardinale, «saranno tante le iniziative, a partire da una guida e un sito web».

Strumenti, che coinvolgono anche l’impegno della San Paolo, e che saranno «di accompagnamento per far conoscere al mondo la realtà  di religiosi, religiose ma anche laici, e intere famiglie, che partono e si mettono al servizio degli ultimi della terra». Un servizio che nasce dall’amore perché, ha concluso monsignor Filoni,  «se una persona ama, subito stabilisce delle relazioni. Telefona, si incontra, scrive, ha il desiderio di uscire. Tutto ciò che si fa per amore, crea una relazione fondamentale. La missionarietà , se nasce da una fede che si ama, è relazione e non c’è nessun aspetto della nostra attività  che non abbia riferimento alla missione».

 
 
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