«La musica per lui era una via privilegiata per comprendere sé stesso e avvicinarsi al divino». Così lo scrittore Aldo Nove ricorda Franco Battiato, al quale ha dedicato un saggio documentato e profondo.
Franco Battiato (Sperling & Kupfer) è molto più di un’autobiografia, per quanto puntuale, del cantautore siciliano: è soprattutto un atto d’amore dello scrittore Aldo Nove verso un artista «che mi ha cambiato la vita fin da bambino e che da allora è sempre stato una medicina per tenere aperti la mente e il cuore».
Qual è la specificità di Franco Battiato?
«Ha scelto la musica come strumento di comprensione di sé e di Dio, spaziando dall’elettronica alla classica, dal pop al rock. Questa vastità di interessi fa sì che anche chi pensa di non conoscerlo in realtà lo ha ascoltato. Due esempi: Propiedad Prohibida è diventata la sigla di Tg2 Dossier mente Un falco nel cielo è stata adottata dagli scout».
Dedica molte pagine al Battiato “mistico”. Da questo punto di vista, qual è la sua canzone più bella?
«Lode all’Inviolato. Cito l’incipit: “Ne abbiamo attraversate di tempeste. E quante prove antiche e dure. Ed un aiuto chiaro da un’invisibile carezza di un custode”. È un distillato della sua ricerca spirituale che l’ha portato dalle sue radici cristiane e in particolare dall’ammirazione per figure come sant’Agostino e santa Teresa d’Avila, all’induismo, al buddhismo e all’islam».