Il 4 agosto è un giorno di tristi memorie per il Libano. Due anni fa in questo giorno, poco dopo le 18, una terrificante esplosione devastò la zona del porto di Beirut provocando 248 morti, 7 mila feriti e 300 mila sfollati.
La deflagrazione avvenne nei depositi di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Un materiale pericoloso, altamente esplosivo, e stoccato nel porto della capitale libanese senza precauzioni e vigilanza. Le indagini sulla tragedia sono andate a rilento, intralciate da pressioni politiche e l’inchiesta è di fatto sospesa. Migliaia di famiglie attendono ancora giustizia. Intanto, domenica scorsa, una sezione degli enormi silos di grano del porto, distrutti nell'esplosione del 2020, è crollata dopo un incendio durato settimane, innescato da cereali che avevano fermentato e preso fuoco con il caldo estivo. I silos, vecchi di 50 anni e con una capacità di oltre 100.000 tonnellate, alti 48 metri, avevano resistito alla forza dell'esplosione di due anni fa, proteggendo la parte occidentale di Beirut dall’esplosione.
Questo nuovo incendio e crollo è un altro duro colpo per i libanesi, desiderosi di giustizia, stanchi e sfiduciati, vittime di una crisi politica, economica e sociale che ha ha messo il paese in ginocchio. “Il ricordo dell’evento provoca una sofferenza totale, che si somma alla gravissima crisi economica che sta attraversando il Paese, la peggiore della storia, e alla sfiducia complessiva nella classe dirigente. La gente soffre, sembra aver perduto anche la speranza, la forza di reagire, mentre permane una sensazione complessiva di profonda stanchezza”, ha detto ad Asia News padre Michel Abboud, presidente di Caritas Libano. “I libanesi”, ha aggiunto, “passano da una crisi all’altra, stiamo perdendo moltissime persone” .
Nel giorno dell’anniversario il presidente francese Emmanuel Macron ha rilasciato una intervista al quotidiano libanese francofono “L’Orient le Jour”. Macron promette di non lasciare solo il Libano e ribadisce la necessità di un’inchiesta internazionale sull’esplosione del 2020.
“Lo ripeto oggi”, dice Macron, “deve essere fatta giustizia. Per elaborare il lutto e ricostruire, il popolo libanese e tutti coloro che vivono in questo Paese - penso anche agli uomini e alle donne francesi che quel giorno hanno perso la vita o sono rimasti feriti - devono sapere la verità. Il Libano sta attraversando una crisi senza precedenti. Ha anche bisogno di giustizia per riprendersi. Anche in questo settore la Francia continuerà, insieme ai suoi partner, ad aiutare il Libano”.