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lunedì 05 giugno 2023
 
 

Belletti, «Il SIA? Bene, con qualche ma...»

22/09/2013  Il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari plaude al progetto di lotta alla povertà presentato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giovannini. Ma chiede di più. Specie per le famiglie numerose.

Plauso al progetto presentato dal ministro del Welfare Enrico Giovannini e dal viceministro Maria Cecilia Guerra di creare un programma di Sostegno per l’inclusione attiva (Sia). Francesco Belletti, presidente del Forum associazioni familiari, lo definisce «uno strumento universalistico di intervento sulla povertà di cui l’Italia, unico Paese tra quelli sviluppati, è privo. L’obiettivo è quello di intervenire sulla condizione di povertà tout court, e non su situazioni particolari di fragilità, e questo lo rende prezioso in una fase di grave e perdurante crisi economica, come l’attuale».

Tuttavia non mancano le perplessità: «Ci sorprende che le risorse, in questo caso, ci siano: viene proposta una rimodulazione degli oneri, chiedendo un po’ di più alle famiglie con Isee più alto, per finanziare questo nuovo strumento. Ma allora perché dire che non ci sono i soldi per il Fattore Famiglia e per la riforma del fisco a misura di famiglia?».

Pur approvando, rispetto al Sia, «la proposta di un sostegno diretto e specifico contro la povertà economica, grave vuoto nel sistema di welfare italiano, e che la proposta sia aperta ai suggerimenti delle parti sociali», il presidente del Forum teme che il nuovo strumento «non saprà valorizzare e farsi carico della dimensione familiare della povertà, e integrarsi in un welfare sussidiario e non burocratico».

Non solo. Belletti apprezza il fatto che la misura si colleghi «a percorsi di reinserimento lavorativo e sociale, evitando così - almeno dalle prime indicazioni - il rischio di trasformarsi in un provvedimento assistenziale, come troppo spesso succede ai sussidi puramente economici». Ma nella fase di attuazione del provvedimento il presidente del Forum famiglie auspica un ruolo di collaborazione fattiva da parte di volontariato, imprese sociali e associazioni «che già oggi sono in prima linea nell’accompagnamento e nella presa in carico delle condizioni di povertà». “Attori sociali” che da tempo hanno le mani in pasta e si trovano ad affrontare effetti e ricadute della difficile congiuntura economica sui nuclei familiari più fragili.

La dimensione familiare, auspica ancora il presidente del Forum, dovrebbe costituire una «variabile essenziale per riqualificare gli interventi, sia nella costruzione delle graduatorie di accesso, sia nella quantificazione del sostegno economico da attribuire». Un’attenzione, tuttavia, che non può e non deve esaurirsi soltanto con l’uso dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), «modalità amministrativa e ragionieristica di calcolare i carichi familiari, che valorizza in modo non esaustivo specifiche condizioni di difficoltà, come situazioni di vedovanza, disabilità, monogenitorialità».

A riguardo, l’affondo critico di Belletti si fa ancora più incisivo, esprimendo «perduranti perplessità sulla nuova configurazione dell’Isee ipotizzata dallo stesso ministero che lancia il Sia». Infatti il Forum è convinto che il nuovo Isee «penalizzi le famiglie numerose, e se applicato meccanicamente anche al Sia, accentuerebbe ulteriormente il grave impoverimento che colpisce oggi molte famiglie per il solo fatto di mettere al mondo il terzo figlio, portando così l'Italia ad avere un numero di bambini che vivono sotto la soglia di povertà indegno di un Paese moderno e sviluppato».

 
 
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