Le due giornate romane con papa Francesco sono state un vero e proprio balsamo, per ogni famiglia, e soprattutto per le famiglie italiane, così ferite e colpite dal clima di individualismo, di depressione, di disperazione che segna troppo spesso il nostro Paese. Il Pellegrinaggio sulla Tomba di Pietro ha restituito speranza e gioia a ciascuno dei presenti, e credo anche a tutti coloro che hanno seguito l'evento sui media. Abbiamo amato subito la paterna concretezza delle indicazioni di vita quotidiana, come "non finire la giornata senza fare la pace", ma anche quelletre parole necessarie lla famiglia "scusa, grazie, permesso". Un parlare semplice, capito subito dagli allegri bambini presenti sulla scale del sagrato di San Pietro, ma chiaro, nella sua profondità, anche alle più anziane coppie di sposi, ripensando a ogni momento della propria vita coniugale e familiare.
Ed è scoppiato l'applauso, improvviso, quando il Papa, alzando la voce, ha esortato a vivere, così come lui stesso è entrato nella Piazza, insieme a bambini e palloncini colorati, "mano nella mano, per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi!". Ora, tornando a casa, queste parole lavorano il cuore di ciascuno di noi, e ci confermano quella "gioia della fede" che era richiamata su tutti manifesti del Pellegrinaggio.
E portiamo nel cuore il peso leggero e insieme impegnativo del compito di testimoniare questa gioia in ogni casa e in ogni piazza del nostro Paese, portando la Buona Notizia della famiglia all'umanità tutta. Quella famiglia che papa Francesco ha definito sempre con grande chiarezza e semplicità nell'udienza di venerdì scorso con il Pontificio consiglio per la Famiglia "il motore del mondo e della storia".
Senza la famiglia non c'è umanità piena, con la famiglia la società diventa più umana. Da oggi questo è ancora più evidente. Grazie, papa Francesco.