Però, che stagione! Sembrava che i tecnici, con i loro loden, il bon ton, la discrezione, e quella professionalità più da consiglio d'amministrazione che da comizio, dovessero surgelare tutto fino ad aprile 2013. E invece, eccoci alle prese con una fine 2012 che più scoppiettante, almeno dal punto di vista politico, non potrebbe essere.
Ci sono: Grillo e il movimento 5 Stelle che, ovunque si voti, anche alla bocciofila, prendono voti; i movimenti del centro, con dialoghi inediti (Montezemolo della Ferrari e Olivero delle Acli, per dire); il Pd che, comunque la si pensi, con le primarie e i vari duelli Renzi-Bersani, oltre a occupare massicciamente i canali televisivi, si è dato una bella rinfrescata presso gli elettori. E infine c'è lui, il Cavaliere, Silvio Berlusconi l'indomito, che tenta uno di quei "ritorni" per cui va giustamente famoso e con cui si è costruito una solida e meritata fama di combattente. In attesa che questo gran movimento chiarisca le idee agli elettori (inclini a non votare o incapaci di scegliere come mai negli ultimi trent'anni, stando ai sondaggi), è una vera manna per i talk show e per i giornali.
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Risolto ad aprile il problema "chi ha vinto?", dal 1 maggio si porrà un'altra questione, se possibile ancor più spinosa: come si governa? E qui, con tutto il rispetto per il Pd, si ha fin d'ora la sensazione che saranno decisivi gli eventuali successi e le relative azioni di due protagonisti in qualche modo inattesi: Monti e Berlusconi.
Il primo, il Professore, sembrava di passaggio. Una lucidata ai conti pubblici e via, verso il Senato. Così profondamente estraneo, poi, al clima e ai riti della politica... Invece pare che ci abbia preso gusto: ogni tanto lascia cadere qualche allusione al "dopo" e intanto butta là qualche lampo di possibile strategia, sia la sanità pubblica da rivoltare o la Palestina da riconoscere all'Onu. Una bozza di programma? E poi, la sua popolarità è sempre alta, no?
Il Cavaliere, poi, è sempre lui. Fa e disfa. E comunque la destra italiana ruota sempre intorno a lui: anche i "colonnelli" ex An, dopo qualche mugugno, si sono prontamente riallineati all'idea di sopprimere le primarie, non potendo sopprimere lo stesso PdL, e tornare a far corona a Silvio, sovrano indiscutibile.
Fanno quasi tenerezza gli autorevoli osservatori che, dalle colonne dei quotidiani della borghesia produttiva, invitano Berlusconi a starsene dietro le quinte mentre il PdL celebra un congresso vero, con le discussioni vere, le mozioni vere, le votazioni vere. Fanno tenerezza perché non si capisce per quale ragioni dovrebbe succedere proprio ora ciò che non è mai successo nella storia di Berlusconi (starsene dietro le quinte) e nemmeno in quella del PdL (un congresso vero). Ma tant'è: dimostra comunque che quando si muove, Silvio fa sempre l'onda.
Che succederà se Monti si dirà disponibile a un nuovo incarico di governo? E se il neo-PdL veteroberlusconiano dovesse portare comunque a casa un gruzzolo importante di voti, diciamo un 18-20%? Chi e come troverà quella che Umberto Bossi definiva "la quadra"? Vedremo. Intanto, possiamo dire la nostra votando per il sondaggio. La nostra opinione, per fortuna, (ancora) conta.