Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 22 gennaio 2025
 
casa bianca
 

Biden grazia il figlio Hunter: quando l’amore paterno diventa arroganza di potere

02/12/2024  Il presidente uscente concede la grazia totale a Hunter, scatenando polemiche su nepotismo e imparzialità. Il presidente parla di persecuzione politica, ma il gesto divide l’America e scuote persino i democratici. Una mossa che rischia di lasciare un’ombra sulla sua presidenza

Joe Biden ha graziato suo figlio Hunter, cancellandone le colpe, e con lui, in fondo,  una parte del suo mandato presidenziale. In un’America dove la legge dovrebbe essere la stessa per tutti, la decisione del presidente sembra stridere come un gesso sulla lavagna: un gesto che trasforma il principio di imparzialità in una scialuppa di salvataggio per i legami di sangue. È il trionfo della politica familiare, la celebrazione del nepotismo elevato a principio di governo. Hunter, travolto da scandali e dipendenze, diventa così il simbolo di un sistema in cui il cognome può ancora fare la differenza. «Nessuno è al di sopra della legge», ripetono come un mantra i paladini dell’equità. Ma allora come giustificare una grazia che cancella, con un colpo di spugna, errori passati e futuri? Biden ci racconta di persecuzioni politiche e di un sistema crudele, ma la realtà è che, in questa vicenda, la trasparenza ha lasciato spazio al melodramma, e la giustizia è apparsa più selettiva che mai. Non c’è retorica che basti per giustificare un’azione che, al di là del paternalismo, rischia di minare la fiducia nella giustizia americana e che eleva a patologia il potere dinastico. I Kennedy, clan non certo esente da storie di rampolli su cui pendono storie oscure, lo avrebbero mai fatto?

E il messaggio di Joe Biden? Che le regole possono essere riscritte, purché si abbia un genitore potente pronto a farlo. Anche tra i democratici più fedeli si alzano voci di imbarazzo, perché questa scelta non riguarda solo un figlio, ma un intero Paese. Biden ha fatto della famiglia il suo credo, ma in questo caso la sua devozione paterna somiglia più a un macigno gettato su un sistema già vacillante. Dunque Hunter è salvo, ma a quale costo? La storia potrebbe ricordare Joe Biden come il presidente che ha amato un po' troppo, fino a sacrificare la sua promessa di restaurare l’anima della nazione e stravolgere in modo così spudorato i principi della giustizia (in teoria uguale per tutti anche da quelle parti). E per una presidenza che voleva ridare fiducia al popolo, questa è una crepa difficile da sanare.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo