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sabato 26 aprile 2025
 
 

Bioetica, cosa ne pensano gli italiani

14/02/2012  Eutanasia, aborto, fecondazione artificiale, pillola abortiva, testamento biologico... Un'indagine dell'Eurispes mettea a nudo come ci poniamo di fronte a questi temi "caldi".

Non si attenua l’attenzione in Italia ai temi di bioetica: lo dice il Rapporto Eurispes 2012 che riassume i pareri degli italiani su temi importanti quali il testamento biologico, l’eutanasia, l’aborto e molto altro ancora. In sintesi, il 66% circa è a favore del biotestamento, il 58% alla pillola Ru-486, il 50% all'eutanasia e solo il 25% al suicidio assistito. In costante crescita il numero di coppie che fanno ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma): nel 2009 sono state più di 64mila, e 14mila le gravidanze andate a buon fine. Aumentano i centri specializzati, pubblici e privati, che la praticano in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia, con un’età media delle pazienti di 36,17 anni. Su questo fronte, si registra un aumento anche del fenomeno del turismo, con 2700 coppie italiane che si sono rivolte a centri Pma esteri per la fecondazione eterologa, vietata in Italia. E’ d’accordo, invece, sull’utilizzo della pillola abortiva Ru-486, attualmente disponibile anche nel nostro paese, il 58% degli italiani. L’eutanasia è ancora un argomento molto delicato che spacca in due l’Italia. 47 persone su 100 sono assolutamente contrarie, un 3% non ha voluto esprimere un giudizio.

Un dato allarmante riguarda l’aumento dei suicidi: fino al 2007 l'Italia ha avuto un tasso di suicidi minore di altri paesi con 7,1 ogni 100mila abitanti. Ma tra il 2010 e il 2011 si stima ve ne siano stati 14mila, contro i quasi 3mila del 2009. L’elemento nuovo dell’indagine è comunque il calo dei ‘si’ e il parallelo aumento dei ‘no’ degli italiani sul testamento biologico, dopo una crescita costante dei consensi registrata negli ultimi anni. «Ciò potrebbe essere dovuto» - spiega l'Eurispes - «all'attenuazione degli effetti sull'opinione pubblica prodotti da alcuni casi di grande rilevanza mediatica negli anni passati. Allo stesso tempo, negli anni è diminuito il numero di quanti si sono astenuti dall'esprimere un giudizio».

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