Mangiare sano non significa rinunciare al sapore e neppure a un pizzico di dolcezza. Stando a una recente indagine realizzata dall’Osservatorio Doxa-Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), il 75 per cento dei bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 18 anni fa colazione con i biscotti, seguiti da cereali, muesli, riso soffiato, dolci fatti in casa e merendine. A farla da padrone dunque sono frollini, gallette e compagnia, inzuppati volentieri anche dagli adulti in tè, latte, orzo o caffè per un risveglio meno amaro. Come scegliere i migliori?
RICETTE SEMPLICI
La prima regola per riconoscere un buon biscotto è «meno c’è, meglio è». Di solito, i prodotti con troppi ingredienti contengono materie prime di scarsa qualità e necessitano di svariati additivi per risultare gradevoli. Al contrario, la lista in etichetta deve essere breve e “riconoscibile”, ovvero priva di sostanze senza valore nutritivo (identificate da un numero e una lettera) che vengono aggiunte dall’industria alimentare per uno specifico fine tecnologico, come conservare, legare, emulsionare, colorare o aromatizzare. Fra le eccellenze italiane che rispettano questi requisiti ci sono i Krumiri Rossi (www.krumirirossi.it), prodotti rigorosamente a mano solamente con uova fresche (rotte manualmente per preservare l’integrità del tuorlo), farina, burro, zucchero e vanillina. Una ricetta tramandata dal 1878 per la casa reale sabauda e rimasta inalterata da allora, come il suo laboratorio in pieno centro a Casale Monferrato.
ATTENZIONE AI GRASSI
Fra gli ingredienti, vanno ricercati e poi scartati i vari grassi idrogenati o tropicali, come l’olio di palma e di cocco, tutti di scarsa qualità nutrizionale e dannosi per la salute: meglio i biscotti fatti con burro, olio extravergine di oliva oppure olio di girasole. Un buon controllo può essere effettuato consultando la tabella nutrizionale riportata sulla confezione, in base alla quale vanno scelti i prodotti che hanno pochi grassi (meglio se al di sotto dei 15 grammi ogni 100 di prodotto) e maggiori quantità di fibre, capaci di indurre un maggiore senso di sazietà e rallentare l’assimilazione degli zuccheri. Tradotto: meno calorie da smaltire e meno rischio di diabete.
OTTIMI QUELLI INTEGRALI
Sempre per evitare i picchi glicemici, ma anche il rischio di obesità, non vanno acquistati i prodotti che contengono lo sciroppo di glucosio-fruttosio: ottenuto dall’amido (solitamente di mais), sembra predisporre a patologie cardiovascolari e all’aumento del grasso addominale, quello più dannoso per il cuore. Un ultimo compromesso fra gusto e salute è la presenza di farina integrale, che – oltre ad apportare una maggiore quantità di fibra rispetto a quella bianca – contiene micronutrienti utili all’organismo per migliorare le difese immunitarie, ridurre i processi infiammatori e proteggere le cellule dai radicali liberi. L’importante è controllarne le quantità in etichetta, dove gli ingredienti sono riportati in ordine decrescente di peso: il primo è più abbondante rispetto al secondo e così via. Dunque, meglio non fidarsi delle scritte “ricco di fibra” o “multi cereali”, ma sempre controllare che la farina integrale figuri al primo posto e non rappresenti solamente una piccola parte del contenuto.