(Nella foto: Aristide Gazzotti, 74 anni, missionario focolarino laico, con alcuni ospiti della sua comunità)
di Aristide Gazzotti
Siamo nati come piccola Associazione nel 2003. Insieme ad amici boliviani, abbiamo preso in affitto una casa, divenuta la “Casa de los Niños” nella periferia di Cochabamba, dove cerchiamo di strappare dalla strada bimbi e ragazzi scappati di casa. Ora la mia comunità è divenuta anche un presidio contro il Covid, che sta dilaniando questa città di 630 mila abitanti. Qui è iniziata la stagione fredda e i contagi sono aumentati esponenzialmente. Siamo arrivati a cifre mai raggiunte, gli ospedali pubblici sono al limite, saturati da pazienti Covid. Molti di loro sono costretti a peregrinare da un centro medico all’altro, senza risultato alcuno. Si muore nelle auto, in attesa che si liberi qualche posto letto. Anche stamattina è morto per Covid un bimbo di 8 anni e sempre stamattina anche una delle nostre bimbe, Valentina, 3 anni, è entrata in terapia intensiva dopo essere stata contagiata dal virus. Nei giorni scorsi è morta, Betania, una bambina di 4 anni, dopo aver contratto il virus.
Ciò che più preoccupa è che non si trova più ossigeno. Lunghe file di persone per le ricariche a pagamento, nei pochi luoghi adibiti a questo servizio in una regione come la nostra che è due volte e mezzo l’Emilia-Romagna. Le ambulanze devono rientrare senza le ricariche necessarie. Una bombola grande di ossigeno di sei metri cubi dura meno di 5 ore in un paziente con gravi difficoltà respiratorie. Le medicine di pronto intervento si trovano ancora, ma quelle più specialistiche sono reperibili solo al mercato nero: ogni fiala di Remdesivir costa 1.300 euro. Portiamo ossigeno e medicine là dove siamo chiamati: da amici, da conoscenti, da parenti di amici, da sacerdoti o religiose. La differenza con lo scorso anno è che sono molto più giovani le persone colpite dal virus.
Noi non ci tiriamo mai indietro. Coperti da mascherine “tapa bocas”, andiamo a tutte le ore. Abbiamo prestato le nostre bombole, una ventina, a chi ce le richiede. Per la mancanza di ricarica, abbiamo deciso di acquistare apparecchi concentratori di ossigeno al costo esorbitante di 1.000 euro ognuno. La nostra macchina si è trasformata in ambulanza, ma si trasforma spesso, purtroppo, in un carro funebre, molto richiesto, essendo a costo zero. Tanti non ce la fanno, muoiono per mancanza di ossigeno. Ogni volta che facciamo un’iniezione salva-vita ci laviamo le mani, ma non metaforicamente. Siamo coscienti dell’importanza e della necessità di ciò che ci viene richiesto con somma urgenza. Per questo non ci tiriamo mai indietro. Percorrendo le strade della nostra città, portiamo con noi anche la Coroncina del Rosario. Non è un amuleto magico. Con la Coroncina vogliamo affidare le grandi afflizioni e i dolori di questo tempo al cuore sempre disponibile e aperto della nostra Mamma del cielo. Fa parte della terapia dell’ossigeno: dà aria al cuore di chi soffre.
Nei giorni scorsi la nunziatura apostolica in Bolivia ha ufficializzato la donazione da parte di papa Francesco di respiratori per due centri sanitari nella diocesi di Ouroro e nell' arcidiocesi di Cochabamba, come parte di un gruppo di 27 ventilatori inviati dal Pontefice in Paesi che stanno vivendo un periodo particolarmente drammatico a causa della pandemia.
Chi volesse contribuire all’acquisto di bombole d’ossigeno e altre necessità della comunità di Aristide Gazzotti può effettuare un bonifico all’IBAN: IT82W0538766261000001500686 intestato a “Casa de los Niños ODV” - Banca Popolare dell’Emilia-Romagna - Filiale di Castellarano (RE) - 42010.