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giovedì 22 maggio 2025
 
DIALOGO
 

Bologna, Zuppi al Tpo: e il centro sociale applaudì il vescovo

18/04/2018  «Per me è normale parlare con tutti. Bisogna aggiornare le geografie, se parli con tutti costringi tutti a riparlare con tutti». L’occasione è stata fornita dalla presentazione del libro "Terra, casa, lavoro", un volume che raccoglie tre dialoghi di papa Francesco agli incontri mondiali dei movimenti popolari avvenuti a Roma, nel 2014 e nel 2016, e a Santa Cruz, nel 2015.

Nelle fotografie di questo servizio (tutte di Chiara Sibona, tratte dalla pagina Facebook Eremo di Ronzano, Bologna, per gentile concessione) alcuni momenti dell'incontro di monsignor Matteo Zuppi al centro sociale Tpo di Bologna.
Nelle fotografie di questo servizio (tutte di Chiara Sibona, tratte dalla pagina Facebook Eremo di Ronzano, Bologna, per gentile concessione) alcuni momenti dell'incontro di monsignor Matteo Zuppi al centro sociale Tpo di Bologna.

«Se la mia presenza qui fa notizia, allora vuol dire che siamo messi male, parlare non significa diventare uguali». E' stata la prima volta di un vescovo in un centro sociale, ma l'arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, ha voluto stoppare le polemiche e vivere questo evento nella completa normalità. «Mi sento libero di andare dove mi invitano e di dialogare con tutti, nel nome del bene comune», aveva detto nei giorni scorsi, mentre piovevano le critiche insieme ai consensi dopo il suo sì all'invito degli antagonisti del Tpo, uno dei centro sociali più agguerriti della città, al centro di diverse inchieste della Magistratura.

 

«Non voglio mandare nessun segnale, per me è normale parlare con tutti», ha ribadito conciso, rivolto ai cronisti. D'altra parte "don Matteo", così è chiamato a Bologna, è stato invitato nella sede del collettivo per parlare di papa Francesco, in occasione della presentazione del libro curato da Alessandro Santagata Terra, casa, lavoro uscito nei mesi scorsi col Manifesto, che raccoglie i discorsi del Papa quando accolse i Movimenti popolari nel 2014 in Vaticano e poi nel 2016 in Bolivia. La presenza del vescovo accanto a Luciana Castellina, una delle fondatrici del Manifesto, ha determinato il tutto esaurito. I simpatizzanti dei collettivi seduti accanto ai rappresentanti politici e alla gente comune proveniente dal mondo delle parrocchie, dal volontariato, dalle Acli e dalla Caritas.

 

Il vescovo (applaudito, per quanto nel dibattito a più voci non siano mancate critiche)  ha ripercorso i discorsi del Papa attraverso la chiave di lettura della dottrina sociale della chiesa cattolica, il terreno comune dell'incontro, nell'ottica dell'attenzione agli ultimi. «All'origine della crisi economica che stiamo vivendo c'è una crisi antropologica» ha spiegato Zuppi, «ma noi non dobbiamo abituarci all'ingiustizia, dobbiamo rispondere alle domande del mondo». Poi le differenze rimangono e su questo il vescovo di Bologna non ha fatto sconti. «Abbiamo differenti punti di vista e posizioni diverse», ha ribadito, «io non smetterò di fare il vescovo così come il Papa continuerà a fare il Papa». E nessun possibile fraintendimento sulla presa di distanza dall'illegalità. «Il Papa dice che il sistema va cambiato con coraggio», ha concluso, «ma anche con intelligenza e senza fanatismo»”.

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