La
storia spesso si ripete. Con i suoi errori e i suoi inganni. Così
capita che i Paesi occidentali, che da un lato si affannano per
contrastare dittature e terrorismo in ogni parte del mondo,
dall’altro alimentino i semi della violenza e dell’odio. Sta
accadendo oggi anche nel Belpaese, dove armi italiane vengono vendute
all’Arabia Saudita che sta bombardando lo Yemen, senza alcun
mandato da parte delle Nazioni unite. Nello Stato a Sud della
penisola araba si sta così esacerbando un conflitto che ha già
causato 6 mila morti (tra cui moltissimi civili), oltre 20 mila
feriti, milioni di sfollati, mentre scuole e ospedali sono stati rasi
al suolo. Una situazione tragica, che si configura come la più grave
emergenza umanitaria in tutto il Medio Oriente.
A stigmatizzarlo le associazioni pacifiste, tra cui Movimento
nonviolento, Rete della pace, Casa per la nonviolenza, Arci, che
hanno presentato alle Procure di Verona, Brescia, Cagliari, Roma,
Pisa, un esposto per chiedere alle autorità di verificare
l’eventuale violazione della legge 185 del 1990 che vieta
l’esportazione e il transito di armi verso i Paesi in guerra.
«Questa è la prima iniziativa pacifista giuridica estesa», spiega
Mao Valpiana del Movimento nonviolento. «Siamo giunti alla decisione
di procedere in seguito alle continue spedizioni dall’Italia di
bombe che servono a rifornire la Royal saudi air force, la forza
armata saudita con base a Taif, non lontano dalla Mecca. In questi
mesi abbiamo più volte chiesto un confronto con gli esponenti del
Governo per sospendere le spedizioni ma, a fronte di risposte evasive
e contraddittorie, abbiamo ritenuto doveroso inoltrare alla
magistratura il documento».
Sei
le spedizioni documentate, con video e fotografie. La prima risale al
2 maggio 2015, quando sono state esportate armi e munizioni per un
valore di oltre 21 milioni di euro e per un peso di circa 16.900
chili. Altri invii sono avvenuti lo scorso 29 ottobre, il 18 e poi il
21 novembre, l’11 dicembre. La spedizione più recente è avvenuta
il 16 gennaio.
Le
bombe sono prodotte dalla Rwm Italia, azienda tedesca del gruppo
Rheinmetall con sede legale a Ghedi, in provincia di Brescia, e
stabilimento a Domusnovas, in provincia di Carbonia-Iglesias. E
proprio in Sardegna, spesso durante la notte, si sono svolte le
operazioni di carico e poi di trasporto, via aerea o via mare, verso
l’Arabia. Di
fronte alla gravità della situazione che sta mettendo in ginocchio
lo Yemen, l’Alto rappresentante dei diritti umani Zeid Ra’ad Al
Hussein ha inviato al Consiglio di sicurezza dell’Onu un rapporto
che documenta «fondate accuse di violazioni del diritto umanitario
internazionale e dei diritti umani». Inoltre, nei giorni scorsi il
segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha ripetuto il suo appello
a tutte le parti per il «cessate il fuoco».
A
cercare di scuotere le coscienze il messaggio che papa Francesco ha
pronunciato lo scorso 19 novembre
nella omelia della Messa mattutina a Santa Marta: «La guerra è proprio la scelta per
le ricchezze: “Facciamo armi, così l'economia si bilancia un po’,
e andiamo avanti con il nostro interesse”. C’è una parola brutta
del Signore: “Maledetti!”. Perché Lui ha detto: “Benedetti gli
operatori di pace!”. Questi che operano la guerra, che fanno le
guerre, sono maledetti, sono delinquenti».