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martedì 08 ottobre 2024
 
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A Settembre o Ottobre, le famiglie chiedono che l'istruzione venga presa sul serio

22/08/2024  La polemica infiamma sul mese di rientro a scuola, ma ci sono problemi strutturali ben più importanti. La ripresa a singhiozzo delle attività didattiche per la mancanza di docenti, i luoghi che devono essere accoglienti e sicuri per una formazione integrale della persona, i costi di cui sono gravati mamme e papà (di Adriano Bordignon)

Adriano Bordignon, 47 anni
Adriano Bordignon, 47 anni

di Adriano Bordignon,

presidente Forum Nazionale delle Associazioni Familiari

Posticipare l'inizio delle attività didattiche ad ottobre non risponde né ad esigenze didattiche, né al mondo in cui vivono gli studenti di oggi. 

Da un punto di vista didattico, spostare al 1* ottobre significa rinunciare a quel tempo, in genere di due settimane, che serve per riannodare il percorso con l'anno precedente. Molto spesso, settembre è dedicato ai recuperi per chi è rimasto indietro o alla ripresa di temi e concetti fondamentali per gli anni successivi. 

Inoltre, si tratta di due settimane fondamentali per la socializzazione e, in molti casi, per l'adattamento in classe di bambini e ragazzi che iniziano un nuovo ciclo scolastico. 

Semmai, sarebbe opportuno variare le attività didattiche del primo periodo, pensando ad attività sul territorio o ad uscite didattiche, che sono fare scuola fuori dall'edificio scolastico. Puntando sul qualificare le relazioni tra gli studenti e quelle tra scuola e territorio.

Poi c'è il fattore sociale: il mondo in cui vivono i bambini e i ragazzi oggi non è più il mondo contadino, che richiedeva l'inizio della scuola ad ottobre per esigenze di raccolto. Da decenni, ormai, la scuola è l'attività principale dei bambini e dei ragazzi. È il loro "lavoro". 

Garantire luoghi sicuri e accoglienti non è una questione di clima o di mesi, ma di visione: se la formazione integrale della persona, così come prevista dalle Indicazioni nazionali, è la priorità per il Paese, bisogna intervenire sui problemi strutturali degli edifici, sugli spazi, sull'articolazione delle attività, ma i ragazzi, soprattutto i più fragili, hanno il diritto di vedersi garantito un periodo scolastico congruo, che , in Italia, non può avere durata inferiore ai 200 giorni di attività didattica.

Ciò che preoccupa in questo periodo dell’anno oltre all’irrisolto tema dei costi per le famiglie in merito alla scuola riguarda l’imbarazzante avvio a singhiozzo delle attività didattiche: i supplenti vengono nominati sempre in ritardo, provocando disagi enormi agli studenti e alle scuole. Già con l'inizio della scuola a settembre, non si riesce ad avere orario completo e definitivo prima di novembre. Con un inizio ad ottobre, significherebbe non riuscirei a cominciare seriamente prima di Natale.

Le famiglie perciò chiedono che la formazione e l’istruzione vengano prese sul serio. Personale appropriato pronto ad avviare la scuola fin dal primo giorno ed edifici a norma, sicuri ed accoglienti capaci di permettere lo sviluppo dell’anno scolastico in un arco di tempo più dilazionato rispetto ad oggi.

 
 
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