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venerdì 08 novembre 2024
 
Musica
 

Brunello: Concerto a Badolato

29/08/2015  Mario Brunello, primo artista italiano a vincere il concorso Cajkovskij di Mosca, si riposa e suona nello splendido borgo del paesino calabrese. Il suo sogno? "Un coro in ogni scuola".

Dai concerti nei rifugi sulle Dolomiti al mare dell’estremo lembo sud dello Stivale. Mario Brunello, primo artista italiano a vincere il concorso Cajkovskij di Mosca, salito sul palcoscenico dei più prestigiosi teatri del mondo, quest’estate ha fatto scivolare le note del suo violoncello giù fino alla Calabria, nel borgo medievale di Badolato, in provincia di Catanzaro, per quello che lui stesso ha definito un numero zero, un appuntamento fisso estivo dei prossimi anni.

«Sono arrivato qui perché alcuni amici calabresi mi hanno raccontato di estati meravigliose, di un rilassamento speciale. E questa è una terra che vuole offrire tantissimo. I calabresi hanno un tesoro immenso: l’esempio è questo borgo, che se fosse in qualsiasi regione europea sarebbe sede di festival di tutti i generi, musica, teatro, cinema, perché è una poesia solo guardarlo, è un paese che parla e che fa innamorare gli stranieri».  

Fondato nel 1080 da Roberto il Guiscardo, primo duca di Calabria, Badolato è un mosaico di case contadine addossate l’una all’altra, divise da passaggi tortuosi, 13 chiese, una vista mozzafiato sul golfo di Squillace. Gli stranieri negli anni sono arrivati da ogni dove, hanno acquistato e rimesso a nuovo le case, alcuni si sono trasferiti definitivamente, altri trascorrono qui le loro vacanze. Oggi ci vivono scrittori in cerca di ispirazione, cantanti famosi, pittori. Un potente antidoto contro l’abbandono di un paese che  è rinato dalle sue ceneri dopo essere stato prostrato dall’emigrazione, dai terremoti, messo in ginocchio dall’alluvione del 1951 che ha fatto trasferire nella frazione marina la maggior parte dei residenti.   

Mario Brunello qui, per il secondo anno consecutivo, ha trascorso due settimane di vacanza. Ma stavolta non da solo. Con lui, oltre alla famiglia, due famosi colleghi amici: la violinista Lorenza Borrani, strumento in mano a cinque anni, vincitrice di numerosi premi, diretta anche da Claudio Abbado, e il pianista Andrea Lucchesini, all’attivo il premio internazionale Accademia Chigiana nel 1994, prestigiose orchestre e famosi direttori, da Abbado a Chailly e Sinopoli. Insieme hanno studiato e provato, insieme suoneranno nella prossima stagione autunnale nelle grandi città d‘Italia.

«Al termine della vacanza questo è il nostro omaggio al borgo, quello che io chiamo numero zero perché sarebbe bello che si iniziasse a contare veramente». Così partono le note del Trio in mi bemolle maggiore op.100 D.929 di F. Schubert. il palco è un piccolo slargo davanti al secentesco convento di S. Maria degli Angeli, il pubblico si è raccolto con il passaparola, niente biglietto né pubblicità, circa cento persone sedute sui gradini della chiesa. Il pianoforte sembra arrivato in cima alla collina che ospita il convento quasi per miracolo. Presenti il settecentesco violino  Serafino della Borrani e il seicentesco violoncello Maggini di Brunello con la testa intagliata. Niente riflettori, solo piccole luci sugli spartititi.

«Questa sera ho ascoltato un silenzio stupendo», dice a mani ferme. E per il futuro e per i ragazzi che tra qualche settimana ritorneranno sui banchi ha un sogno: «Un coro in ogni scuola,  e che la musica sia vista come formativa, elemento fondante della personalità di ogni uomo. È una ricchezza della nostra civiltà, non un optional o un sottofondo, è come l’alfabeto e la letteratura, come saper contare e saper cantare».

 
 
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