Giorgio Bocca il Sud lo chiamava provocatoriamente Inferno, ma se guardiamo all’ultimo rapporto Svimez sul Mezzogiorno, possiamo dire che la realtà supera la provocazione. C’è qualcosa di più triste e doloroso di un Sud che non fa più figli e dove i morti superano i vivi? L’ultimo saldo del 2013 è negativo. Sono nati 177 mila bambini, il numero più basso dai tempi dell’Unità d’Italia, ma i morti sono molti di più, con un saldo che ci riporta al 1918 dopo l'inutile strage della Grande Guerra. Il tutto, unito ai dati sull’emigrazione (il 70 per cento è fatto da giovani), al Pil che cresce la metà del resto d’Italia, alla disoccupazione giovanile che sfiora il 50 per cento, al milione di famiglie povere (erano meno della metà nel 2007), ai 528 mila posti di lavoro persi tra il 2008 e il 2013, fa pensare alla morta gora dantesca.
Tutti dati che prefigurano, recita il rapporto, “uno stravolgimento demografico del Mezzogiorno, che nei prossimi 50 anni perderà 4,2 milioni di abitanti”. Se, come ha detto il sottosegretario Del Rio presentando il rapporto, “L’Italia sarà quello che sarà il Sud”, allora il futuro non è l’inizio, come declamava Renzi sul palco della leopolda, ma la fine di tutto.