Avrà per sempre 28 anni, anche se oggi, 15 gennaio, ne avrebbe compiuti 35. È un triste compleanno per la mamma e il papà di Giulio Regeni, il dottorando italiano dell’Università di Cambridge rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016 e ritrovato cadavere il 3 febbraio dello stesso anno. Torturato fino a renderlo quasi irriconoscibile, con pratiche documentate come distintive della polizia egiziana, lo studente italiano non ha avuto ancora giustizia.
Nonostante la mobilitazione internazionale e la chiusura delle indagini da parte della procura della Repubblica di Roma, il Governo egiziano non ha mostrato collaborazione. I quattro ufficiali della National Security Agency, il servizio segreto interno egiziano, il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel e Usham Helmi e il maggiore Magdi Sharif, rinviati a giudizio il 25 maggio 202, con le accuse di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in lesioni personali gravissime e omicidio, risultano irreperibili. La magistratura egiziana non ne ha fornito gli indirizzi di residenza, né ha concesso ai magistrati italiani di essere presenti ai loro interrogatori, nonostante siano stati iscritti nel registro degli indagati nel dicembre 2018 e nonostante le richieste dalla procura di Roma inoltrate già con la rogatoria del 5 maggio 2019.
Il movente del violento interrogatorio e dell'omicidio, secondo i magistrati di Roma, fu il sospetto, del tutto infondato, che Giulio Regeni volesse finanziare una rivoluzione. Il Governo egiziano ha ammesso che Giulio era stato seguito e controllato.
Oggi la mamma ha postato una torta di "non compleanno" continuando a chiedere la verità sulla morte di suo figlio.