Greta oggi, giorno del suo compleanno, davanti al parlamento svedese
Quando è apparsa per la prima volta davanti al Parlamento svedese con il cartello Sciopero scolastico del clima, aveva solo 15 anni, ma il visetto tondo incorniciato da due lunghe treccine bionde le davano l’aspetto di una bambina. In questo anno e mezzo ne ha fatta di strada, ha contagiato milioni di giovani, parlato con i potenti del mondo, attraversato l’Atlantico. E oggi che Greta Thunberg di anni ne compie diciassette non possiamo più considerarla una bambina. La sua caparbietà, la sua tenacia, hanno fatto della sua battaglia per il clima una bandiera in cui si sono riconosciuti in tanti: il disagio crescente verso lo stravolgimento del clima, le calamità naturali, l’inquinamento, lo scioglimento dei ghiacciai, l’invasione della plastica, avevano bisogno di un simbolo in cui identificarsi. Di sicuro Greta non pensava di suscitare un tale clamore quando per la prima volta ha dipinto con la vernice nera la scritta nel suo cartello quel venerdì di fine estate 2018 e si è messa come un soldatino a protestare. Era stata un’estate particolarmente calda, e in Svezia si erano scatenati dei roghi nei boschi, mandando in fumo migliaia di alberi e lei non ce l’ha fatta più: doveva fare qualcosa. Da tempo Greta era sensibile al tema ambientale, da dopo che, ancora bambina, aveva visto un documentario sugli orsi polari alle prese con lo scioglimento dei ghiacciai. La sua prima battaglia l’aveva combattuta in famiglia, convinto i genitori e la sorella a diventare vegetariani e a spostarsi in bicicletta. E nel frattempo era arrivata anche la diagnosi di sindrome di Asperger che dava un nome al suo disagio, quella diversità che l’aveva fatta cadere in depressione, arrivando a rifiutare il cibo e non parlare più. Aveva bisogno di qualcosa in cui credere, in cui investire le sue energie di adolescente. E ci è riuscita in pieno, superando non solo la sua crisi personale, ma trascinando milioni di ragazzi che si sono riconosciuti in lei. Quando presenzia i vertici mondiali e guarda negli occhi i politici, usa espressioni forti, immagini vive per comunicare il suo allarme: una su tutte, quella che dà il titolo alla sua autobiografia “la nostra casa è in fiamme”. E curioso che il suo diciassettesimo compleanno sia caduto di venerdì, giorno simbolo della protesta, quello in cui lei, figura solitaria con l’impermeabile giallo, manifestava davanti al Parlamento, quello che ha dato vita al movimento Fridays for future, quello in cui si sono svolti quattro scioperi mondiali per il clima. Greta nella sua avventura ha avuto l’appoggio della sua famiglia, la mamma cantante lirica Malena Ernman e il padre attore Svante Thunberg . Hanno seguito le sue esortazioni, l’hanno sostenuta, il padre l’ha anche accompagnata nella sua attraversata ecologica dell’Atlantico. In una recente intervista ha detto: «Ho fatto tutte questo e sapevo che erano le cose giuste da fare. Ma non l'ho fatto per il clima, l'ho fatto per salvare mia figlia. Ho due figlie e, a dire la verità, sono tutto ciò che conta per me: voglio solo che siano felici».
Il Time l’ha nominata persona dell’anno, Famiglia cristiana ha scelto i “suoi” ragazzi come italiani dell’anno. Sicuramente lei e il suo movimento hanno dato una scossa all’umanità, forse ancora non sono riusciti a mettere d’accorto gli stati sulle emissioni, ma hanno contagiato pesrone comuni che diventano sempre più sensibili e attente a quelle piccole azioni quotidiane che possiamo fare per arrestare la catastrofe. E allora buon compleanno Greta, continua a lottare, a scuotere le coscienze, a percorrere la tua strada. Con la speranza che al prossimo vertice mondiale le tue parole e l’esempio di tanti giovani possano portare ad azioni concrete da parte dei governi, in nome della salvezza del nostro pianeta