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venerdì 24 gennaio 2025
 
Il Papa all'Expo
 

«C'è cibo per tutti, ma quest'economia uccide»

07/02/2015  Papa Francesco ha inviato questa mattina un videomessaggio all’incontro “Expo delle idee” a Milano, praticamente il primo appuntamento di Expo 2015. Bergoglio torna ad insistere sul fatto che bisogna essere custodi e non padroni della terra. Ecco il testo integrale del videomessaggio.

Buongiorno a voi tutti, donne e uomini, che siete radunati oggi per riflettere sul tema.

 In occasione della mia visita alla FAO ricordavo come, oltre all'interesse "per la produzione, la disponibilità di cibo e l'accesso a esso, il cambiamento climatico, il commercio agricolo" che sono questioni ispiratrici cruciali, "la prima preoccupazione dev’essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza" (Discorso alla FAO, 24 novembre 2014). Oggi, infatti, nonostante il moltiplicarsi delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicava come "paradosso dell'abbondanza". Infatti, "c'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi.

Questo è il paradosso! Purtroppo questo paradosso continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica” (ibid.). Per superare la tentazione dei sofismi - quel nominalismo del pensiero che va oltre, oltre, oltre, ma non tocca mai la realtà - per superare questa tentazione, vi suggerisco tre atteggiamenti concreti.

1) Andare dalle urgenze alle priorità

 

Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela

come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le cause

strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è la inequità (cfr Evangelii

gaudium, 202). A voi desidero ripetere quanto ho scritto in Evangelii gaudium: "No, a

un'economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia uccide. Non è possibile che non

faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia

il ribasso di due punti in borsa" (ibid., 53). Questo è il frutto della legge di competitività per cui

il più forte ha la meglio sul più debole. Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello

sfruttamento, ma a quella dello scarto; infatti "gli esclusi non sono solo esclusi o sfruttati, ma

rifiuti, sono avanzi" (ibid., 53).

È dunque necessario, se vogliamo realmente risolvere i problemi e non perderci nei sofismi,

risolvere la radice di tutti i mali che è l'inequità. Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie

da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e

agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità.

2) Siate testimoni di carità

 

"La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della

carità perché cerca il bene comune”. Dobbiamo convincerci che la carità “è il principio non solo

delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macrorelazioni:

rapporti sociali, economici, politici" (ibid., 205).

Da dove dunque deve partire una sana politica economica? Su cosa si impegna un politico

autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è

precisa: la dignità della persona umana e il bene comune. Purtroppo, però, questi due pilastri, che

dovrebbero strutturare la politica economica, spesso "sembrano appendici aggiunte dall'esterno

per completare un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale"

(ibid., 203). Per favore, siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare nei progetti

politici ed economici da un significato più ampio della vita perché questo vi aiuta a "servire veramente il bene comune" e vi darà forza nel "moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i

beni di questo mondo" (ibid.).

Ecco dunque tre atteggiamenti che vi offro per superare le tentazioni dei sofismi, dei

nominalismi, di quelli che cercano di fare qualcosa ma senza la concretezza della vita. Scegliere

a partire dalla priorità: la dignità della persona; essere uomini e donne testimoni di carità; non

aver paura di custodire la terra che è madre di tutti.

A voi tutti chiedo di pregare per me: ne ho bisogno. E su voi invoco la benedizione di Dio.

 

Grazie.

Multimedia
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