Il credo recita: «di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti». C’è quindi un secondo giudizio? Dopo la morte l’anima va all’inferno, in purgatorio o in paradiso (solo i santi). Così mi hanno insegnato. Se questo è soltanto un primo giudizio, non è quindi definitivo. Nell’intervallo fra i due giudizi che cosa fa la nostra anima?
Lucio B.
Il “primo giudizio” cui si riferisce il Simbolo di fede riguarda non il cosiddetto giudizio particolare che attende ciascuno di noi al momento della morte, ma il giudizio che Gesù pronunzia sul mondo soprattutto sulla croce. Dunque, il “primo giudizio” ha a che fare con la sua “prima venuta”, il secondo con quella finale e definitiva. La morte di ciascuno di noi rende irreversibili le nostre scelte di vita e in essa si realizza il giudizio divino sulle nostre azioni. Il “giudizio universale finale” sarà tale in quanto implicherà la storia dell’intera umanità e coinvolgerà la nostra corporeità, perché risorgeremo con la nostra dimensione corporea. Siamo comunque di fronte al “mistero” imperscrutabile della divina volontà sull’umanità, dobbiamo solo vivere con timore e tremore e con la coscienza che una volta terminata la nostra esistenza terrena ciò che abbiamo compiuto non si può più modificare.