Esenzione dalle tasse; libri, alloggio e servizio mensa ad hoc per studenti rifugiati. Grazie a un bando dedicato a studenti “titolari di protezione internazionale”, l’unico in Italia di questo tipo, sei giovani rifugiati che hanno trovato protezione in Italia, hanno potuto iscriversi ai corsi dell’università di Ca’ Foscari di Venezia, usufruendo di alcune importanti agevolazioni.
I sei studenti, provenienti da Serbia, Pakistan, Camerun, Somalia e Iran, hanno potuto iscriversi a Economics and Management, Lingue e culture dell’Asia e dell’Africa, Infomatica, anche in assenza di documenti in originale del diploma di scuola superiore o altro titolo precedente e hanno ottenuto l’ esenzione dalle tasse universitarie. Infatti chi è titolare di protezione internazionale spesso non ha la possibilità di ottenere nel proprio paese i documenti normalmente richiesti per l’iscrizione all’Università. Ca’ Foscari ha dunque deliberato, di derogare a questa norma in presenza di questi casi specifici.
Grazie, poi, alla collaborazione tra ateneo veneziano, Comune e altri sostenitori il sostegno è stato ampliato consentendo di garantire agli studenti alloggio e mensa. Oltre alla collaborazione con il Servizio Immigrazione del Comune di Venezia, altre realtà hanno dimostrato interesse e offerto aiuti concreti: all’interno dell’ateneo, il Comitato Unico di Garanzia si è offerto di co-finanziare dei buoni libro a favore degli studenti; altre realtà si sono impegnate concretamente a favore del Progetto Studenti Rifugiati: la libreria editrice Cafoscarina, regalando dei buoni-libro per gli studenti; l’Istituto Venezia, offrendo dei corsi gratuiti di lingua italiana per gli studenti; il Consiglio Italiano Rifugiati, che garantisce supporto agli studenti nel cercare una fonte di reddito.
Uno dei giovani beneficiari del sussidio racconta: “Sono un ragazzo somalo. Da anni desidero frequentare l’università. In Somalia ho finito la scuola superiore nel 2007 e mi sono iscritto alla facoltà di Fisica e Matematica, mentre insegnavo già da due anni in una scuola elementare per pagarmi gli studi. Purtroppo quando ho finito la scuola superiore la situazione nel Paese è peggiorata per la presenza di un gruppo terroristico. Questo gruppo colpiva ammazzava le persone che non erano d’accordo con le loro idee soprattutto i giovani che lavoravano con il Governo di Transizione Somalo e chi lavorava con le organizzazioni straniere. Per questo motivo non potevo più vivere in Somalia, perché la scuola dove lavoravo era di un’organizzazione inglese e non volevo entrare nel gruppo terroristico. Ho deciso di scappare dal mio Paese per non morire. Ho fatto un lungo e pericoloso viaggio; ho attraversato il deserto del Sahara e il mare Mediterraneo. Finalmente sono arrivato in Italia nel 2008. Ho imparato la lingua italiana, poi ho iniziato a lavorare sempre con contratti brevi. Mi piacerebbe ora avere l’occasione di studiare all’università e mettere a frutto le mie conoscenze per contribuire alla ricostruzione del mio paese distrutto dalla guerra”.