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sabato 12 ottobre 2024
 
Bologna
 

Addio al Cardinale Caffarra, baluardo contro la dissoluzione della famiglia

06/09/2017  E' stato anche uno dei quattro autori del cosiddetti “dubia” al Papa sulla “Amoris Laetitia. Si era pronunciato contro i matrimoni gay con la famosa omelia “Dio vi giudicherà”, dividendo la cittadinanza e il mondo della politica, e anche contro l'apertura del welfare alle coppie di fatto. Aveva condannato con fermezza l'evasione fiscale, “peccato contro il Signore”

E' morto questa mattina il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna. Aveva 79 anni ed era malato da tempo ma, da quanto è trapelato dalle persone a lui vicine, le sue condizioni si sono aggravate improvvisamente. A darne la notizia il suo successore, l'arcivescovo Matteo Maria Zuppi, esprimendo “il profondo e affettuoso cordoglio di tutta la Diocesi, del Presbiterio e suo personale” e invitando i fedeli a unirsi nelle preghiere di suffragio. Le esequie, presiedute dall'arcivescovo, saranno celebrate sabato prossimo alle 11 nella cattedrale di San Pietro.

Caffarra era nato sa Samboseto di Busseto, in provincia di Parma ed era stato anche vescovo di Ferrara e Comacchio per otto anni, dal 1995. Nominato cardinale da Papa Benedetto, aveva guidato la diocesi di Bologna dal 2003 al 2015, succedendo al cardinale Biffi. La città lo ricorda come un pastore determinato e integerrimo, capace però di dimostrare affetto e commozione, qualità per le quali i bolognesi non solo lo hanno sempre rispettato, ma gli hanno voluto bene anche quando le sue prese di posizione sono apparse intransigenti.

Caffarra, che è stato anche uno dei quattro autori del cosiddetti “dubia” al Papa sulla “Amoris Laetitia, si era pronunciato contro i matrimoni gay con la famosa omelia “Dio vi giudicherà”, dividendo la cittadinanza e il mondo della politica, e anche contro l'apertura del welfare alle coppie di fatto, sempre preoccupato della difesa del matrimonio, da lui visto come vero pilastro della famiglia e della società.

Allo stesso modo però aveva condannato con fermezza l'evasione fiscale, “peccato contro il Signore” e soprattutto si era distinto per il suo impegno per i poveri e per le opere di carità. Non va dimenticata infatti la sua decisione di devolvere interamente al sociale gli introiti dell'immensa eredità ricevuta dalla Faac, la multinazionale dei cancelli automatici, decisione poi portata avanti con altrettanto rigore e generosità dall'arcivescovo Zuppi.

Fondamentale nella sua vita l'incontro con Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, e la profonda amicizia con don Divo Barsotti.

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