(Foto Reuters)
I media l'hanno ribattezzata "la grande muraglia di Calais". Sarà una barriera fatta di cemento, avrà un'altezza di quattro metri e correrà per un chilometro lungo entrambi i lati dell'ultimo tratto dell'autostrada chiamata "Rocade", che arriva fino all'imbarco dei traghetti diretti a Dover, in Gran Bretagna e dell'eurotunnel che attraversa il canale della Manica. Ad annunciare il nuovo progetto anti-immigrati del Governo di Londra è stato il neoministro britannico all'immigrazione Robert Goodwill. Il muro costerà alle finanze britanniche quasi due milioni di sterline, cifra che rientra in un piano anglo-francese di 17 milioni di sterline stanziato per finanziare misure di sicurezza anti-immigrati.
Lo scopo del muro: bloccare i migranti raccolti nella "Giungla", il più grande campo profughi d'Europa, che vogliono di raggiungere la Gran Bretagna. Attualmente nell'enorme accampamento, nato su una vecchia discarica in disuso, vivono tra i 7mila e i 10mila migranti di varie nazionalità, ammassati in baracche fatiscenti e tende, nel fango, in condizioni di totale precarietà e insicurezza, assistiti da vari gruppi e associazioni di volontariato. La scorsa primavera la parte meridionale del campo è stata sgombrata, ma i tentativi di limitare l'affollamento sono stati vani: durante l'estate i migranti sono tornati in massa a Calais.
Per buona parte di loro il sogno è il Regno Unito. Per cercare di attraversare illegalmente la Manica, assaltano e bloccano con vari espedienti i camion di passaggio lungo l'autostrada diretti al porto di Calais per salire a bordo, nascondersi, approfittando del buio delle ore notturne, e arrivare a Dover. La situazione è degenerata, creando forti tensioni: camionisti, agricoltori e commercianti locali, esasperati dagli atti di vandalismo lungo l'autostrada adiacente al campo, hanno organizzato una protesta - bloccando il porto di Calais e l'accesso al tunnel della Manica - per denunciare la mancanza di sicurezza e per chiedere la chiusura della "Giungla".
I lavori di costruzione del muro cominceranno entro questo mese. Secondo il progetto, sarà "abbellito" da piante e fuori per diminuirne l'impatto visivo. Ma, di fatto, resta un muro. Una nuova barriera fisica eretta sul confine tra due Stati europei. Così, di fronte all'immane problema dell'immigrazione, la politica continua a nascondersi dietro l'illusoria scappatoia dei muri. Il nuovo progetto ha sollevato numerose critiche. "Un cattivo uso dei soldi dei contribuenti", lo ha definito Richard Burnett della Road Haulage Association, l'associazione degli autotrasportatori britannici. Aggiungendo che questo denaro "sarebbe stato speso meglio aumentando la sicurezza lungo le strade di accesso".
Decisamente critico è François Guennoc di Auberge des migrants, associazione di volontariato di Calais impegnata nell'aiuto ai migranti della "Giungla", che - come riporta il quotidiano britannico The Guardian - ha commentato: "Quando costruisci muri in qualunque luogo del mondo, le persone trovano le strade per aggirarli. E' uno spreco di denaro. Aumenteranno i pericoli per la gente, le tariffe dei trafficanti e passeurs saliranno e i migranti finiranno per accettare rischi maggiori".