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sabato 23 settembre 2023
 
Movimento per la vita
 

Calano gli aborti. Ma è proprio così?

19/12/2016  I dati parlano di una riduzione di aborti del 10% nel 2015. In realtà, spiega Gigli presidente del Movimento per la Vita, si tratta di una diminuzione dovuta all'aumento dell'uso della "pillola dei 5 giorni dopo". Si spaccia, così, per contraccezione la microabortività che è notevolmente aumentata.

Potrebbe sembrare una buona notizia il calo significativo del numero di aborti registrato nel 2015 dalla Relazione del Ministero della Salute sulla attuazione della Legge 194. Si tratta di un calo annuo del 9,3%. Le interruzioni di gravidanza, infatti, sono state 87.639, cioè quasi 10.000 in meno rispetto alle 96.578 del 2014, e sicuramente molte meno delle 234.800 del 1983 anno in cui si è registrato il valore più alto.

Peccato che, in realtà, si tratti di un dato falsato poiché è da ricondurre a un uso maggiore della "pillola dei 5 giorni dopo", l'Ulipristal acetato, che per decisione dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) dall'aprile del 2015 è possibile acquistare, se maggiorenni, senza la prescrizione medica. Non a caso le vendite mostrano un incremento significativo: 7.796 confezioni nel 2012 e 83.346 nel 2015.

 «Sono dati pretestuosi poiché in realtà è la microabortività che è aumentata», commenta il presidente del Movimento per la Vita Italiano, il deputato Gian Luigi Gigli. «Il problema per quanto ci riguarda è sempre lo stesso», spiega, «cioè, il voler spacciare per “pillole contraccettive” di cosiddetta “emergenza” delle pillole che lavorano, invece, impedendo l’annidamento dell’embrione nell’utero. Facendo, quindi, finta che non si tratti di un aborto. Ma di fatto, per quanto precoce, lo è».

«La relazione ministeriale, inoltre, continua a non dire nulla sulle iniziative per offrire alternative all'aborto alle gestanti in difficoltà, tradendo le finalità stesse della Legge 194», denuncia Gigli. E aggiunge: «Premesso che il calo del numero totale di aborti è legato anche al calo della popolazione femminile, la riduzione del tasso di abortività dovrebbe tuttavia essere salutato positivamente, se non fosse proprio per la diffusione abnorme avutasi nel frattempo delle "pillole dei giorni dopo" che stanno invece provocando la banalizzazione della microabortività attraverso la diffusione di comportamenti sessualmente irresponsabili».

Alla notiza, poi, che vede l'abortività diminuire anche tra le donne straniere, nonostante il tasso sia tra di esse pari al triplo della media nazionale, Gigli aggiunge: «Possiamo dire che questo ci conferma che accanto ai fattori culturali che portano all'interruzione di una gravidanza, il dato della povertà sia un fattore determinante nella scelta di ricorrere a una Ivg (interruzione volontaria di gravidanza). Per questo non ci stancheremo mai di ricordare quanto una prevenzione vera, una prevenzione che offra una reale alternativa all’aborto possa ridurre efficacemente questo dato e permettere a tanti bambini di nascere. E’ l’esperienza dei nostri Centri per la Vita».  «In ogni caso» - conclude Gigli - «il Movimento per la Vita si riserva di pubblicare, come fa ogni anno, un'analisi della Relazione ministeriale più approfondita».

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