Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 14 gennaio 2025
 
 

Calcio in tv? Cinque motivi per spegnere

05/06/2015  Le rivelazioni su Blatter e dintorni non sono che la conferma che il calcio è così malato e fasullo che occorrerebbe fare un cosa semplice semplice: ignorarlo. E guardare altro.

Mazzette per dirottare i Mondiali sul Sudafrica. Pagamenti per tacitare Nazionali eliminate dalle qualificazioni. Fondi neri per acquistare voti di Paesi dove a giocare a calcio sono 18 in tutto (ma il voto vale uno, in casa Fifa). Lo scandalo che in questi giorni travolge Blatter offre di giorno in giorno un campionario vasto, indicibile, da grand guignol. E induce a un moto che va contro le leggi della fisica del cuore, quelle che pongono il calcio come luogo supremo dell’infanzia, dunque spazio magico, intoccabile, puro, incorruttibile.
E’ tutt’altro che così, lo dicono le cronache. E dovremmo perfino essere grati per il fatto che il velo che si squarcia in casa Fifa restituisca a tutti la verità: il calcio è una industria, dunque (in parte) fasullo, poco a che fare con i sogni  e l’illusione che chiunque di noi ha tirato due calci in strada si porta dentro. Quello che vediamo (e abbiamo visto) è un circo. Non c’era da aspettare Blatter, o le partite della nostra Lega pro truccate fino allo spasmo di comici portieri. Bastava “vedere “ la manita di Diego Armando maradona e il suo gol patacca in Mondovisione (2-1 all’Inghilterra al Mondiale 1986). Più chiaro di così… Ma non ci è bastato.
Ecco perché davanti a questo falso d’autore dovremmo tutti spegnere il televisore. Lasciare spazio alla logica, prendere atto che i sogni sono finiti e passare ad altro. Qualunquismo? Realismo. Bastano cinque episodi, più o meno vicini nel tempo a dimostrarlo.

Novembre 2008, Francia-Irlanda, spareggio  per accedere ai mondiali 2010. Henry si aggiusta la palla con una mano prima di passarla a Gallas che segna. Ed elimina l’Iralnda. Il fallo di Herry costa 5 milioni di dollari, pagati  all'Irlanda per chiudere il caso. La Fifa: era un prestito che poi è stato cancellato. L’allora presidente della Fai – la Federazione irlandese -  John Delaney dà una versione diversa: soldi dati per evitare che l’Irlanda chiedesse i danni in tribunale. Rischio evitato grazie a un accordo extragiudiziale raggiunto tra il presidente Blatter e lo stesso John Delaney. "Questo avvenne un giovedì e il lunedì successivo l'accordo era firmato. E' stato un ottimo accordo per la Fai" sottolinea Delaney.

Mondiali 2002. L’arbitro dell’Ecuador Bryan Moreno elimina in mondovisione l’Italia impegnata agli ottavi contro i padroni di casa della Corea del Sud (1-2 il punteggio finale). Nell’ordine: concede ai coreani un rigore inesistente, espelle Totti per simulazione, annulla un gol regolare all’Italia.  Proteste italiane, alzata di spalle della Fifa. Moreno, difeso dai vertici della Federazione, nel 2010 viene arrestato negli Stati Uniti per possesso e trasporto di 6 chilogrammi di cocaina.


Per l’ultimo scandalo calcioscommesse di casa nostra basta dare i numeri: 28 partite di Lega Pro e serie D indagati da Trento ad Agrigento. In carcere 15 calciatori, sei presidenti di società sportive, otto dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, 10 finanziatori (scommettitori italiani, attesi, del Kazakistan, della Russia, cinesi e serbi ). A manovrare tutto, naturalmente, la ‘ndrangheta. E’ lei che gioca in realtà, altro che le squadre in campo. Basta guardare come certi portieri si accascino davanti a comici irresistibili attaccanti.

Il mondiale in Qatar 2022 è il cuore dell'inchiesta sulla Fifa. Ma non servono indagini particolari per dedurne che sarebbe già da cancellare dal calendario. L’International TUnion Confederation, l’associazione internazionale dei sindacati, parla già di 1300 operai morti e di 4000 decessi previsti fino al completamento degli impianti da gioco. Il motivo è semplice: per costruire questi stadi nel deserto bisogna affrontare temperature che arrivano fino a 50°, vivere in baracche, dormire su materassi stesi a terra, spesso  senza luce né acqua né servizi igienici. Morti da nascondere prima che il circo arrivi e si accendano le luci della ribalta.

Il derby Juve Torino del 26 aprile è bellissimo e lo vince il Toro 2 a 1. Molto meno bello quello che accade fuori e sugli spalti. Calci e sputi al pullman della Juve all’arrivo allo stadio. Una bomba carta che esplode nel settore torinese e fa nove feriti. Indagini poi gli arresti: 4 ultrà (ultrà?) juventini. Sanzione del giudice sportivo: chiusura della curva Juve  per due giornate di campionato. In pratica quelle dei festeggiamenti per lo scudetto. Segue revoca della corte sportiva d’appello ( o meglio dilazione della decisione). Perché ogni derby prevede menu fisso di scontri e sanzioni à la carte (si veda l’ultimo Roma-Lazio). Almeno fino a quando non ci scappa il morto.



Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
9

Stai visualizzando  dei 9 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo