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martedì 03 ottobre 2023
 
 

Cambiare le parole non cambia la realtà

18/09/2013  Anche a Bologna l'assessore all'istruzione Marilena Pillati propone di cancellare “papà e mamma” dai moduli di iscrizione e di sostituirli con “genitore 1 e genitore 2” scatenando infinite polemiche. Ne parliamo con la dottoressa Elisa Veronesi, psicologa ad orientamento sistemico relazionale.

Anche a Bologna l'assessore all'istruzione Marilena Pillati propone di cancellare “papà e mamma” dai moduli di iscrizione e di sostituirli con “genitore 1 e genitore 2” scatenando infinite polemiche. Ne parliamo con la dottoressa Elisa Veronesi, psicologa ad orientamento sistemico relazionale.

- Dottoressa Veronesi, cosa ne pensa di questa scelta?

«Mi interrogo. Chi è il genitore 1 e chi il 2? Il secondo è meno importante del primo? E se sì, chi lo decide? La volontà di annullare questa differenza che è naturale porta a un altro problema: la diversità dei numeri. Ma il nucleo critico non cambia. Ovvero il bambino che non ha la mamma e il papà. In tal senso cambiare le parole non modifica la realtà dei fatti e questo lo sappiamo da quando lo spazzino è diventato operatore ecologico. E poi, mi domando, il bambino che ha mamma e papà devo cominciare a chiamarli genitore 1 e 2 per non offendere il compagno? Nessuno, neanche oggi, può contestare che per generare servono un maschio e una femmina di solito chiamati mamma e papà. Un bambino non è generato in maniera generica da un genitore 1 e 2. Alla base della vita c’è una differenza di genere.

- In tutte le culture ci sono la figura materna e paterna. Questa è una realtà assodata.

«Sì, così come in tutte le culture la donna ha il ruolo di protezione e accudimento del bambino mentre l’uomo di lanciarlo nella vita e nella socialità, permettendogli l’esplorazione. Sono le due differenti mani con il piccolo cresce. Oggi si tende a eliminare “il ruolo” nella differenza di genere. Ma non si può eliminare la differenza di genere».

 
 
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