«Ho lavorato Fino all’ultimo
mese in entrambe
le gravidanze ma la verità
è che sono stata fortunata
perché ho avuto
due percorsi facili». Questa è la confessione
di Camila Raznovich ai nostri lettori.
«Non credo che sia un merito stare
bene fisicamente durante i nove mesi
ma solo fortuna, per cui non mi sento di
criticare chi, invece, si imbatte in importanti
problemi fisici che impongono lo
stare a letto o, comunque, lo stare a riguardo». Una dichiarazione contro tendenza
quella della conduttrice con cui
dismette subito i panni della super eroina.
«Nel mio caso tutte e due le figlie non
volevano uscire. La prima è arrivata con
parto naturale dopo dieci giorni la scadenza
prevista, mentre Sole era trasversa
per cui ho dovuto fare un parto cesareo.
Le acque non mi si sono mai rotte».
Due storie di vita e di felicità a lieto fine
quelle che racconta la Raznovich. Storie
dove il sacrificio è stato solo per tutelare
le sue figlie. «Non mi sono imposta nessuna
dieta né alcun divieto. Se ho preso
solo tredici chili a gravidanza è perché ho
messo l’interesse delle mie bambine sopra
a tutto e mi sono comportata di conseguenza
anche nell’alimentazione».
Cioè? «Per esempio, non avendo avuto
la toxoplasmosi, mi sono ben guardata
dal mangiare cibi crudi». Il risultato è
che Camila è diventata «un po’ più morbida» in quegli anni per poi ritrovare gradualmente e definitivamente la
sua forma fisica. «Devo ammettere che,
avendo avuto la seconda figlia a 37 anni,
in quella circostanza ho impiegato un po’
più di tempo a rimettere il fisico in carreggiata,
ma non sono una modella e mi
piaccio così come sono per cui sono pienamente
a mio agio nella mia taglia 40
abbondante». Anche l’allattamento ha
giocato un ruolo importante in questa
faccenda. «Ho allattato in entrambi casi
e si sa che farlo non aiuta a perdere peso,
anche perché ti viene più fame dopo che
sei stata svuotata».
Si percepisce già da questo racconto
l’armonia con cui il volto storico di Mtv
viva la salute. Lo dimostra anche la sua
posizione nella dicotomia tra medicina
tradizionale e medicina alternativa.
«Credo che siano molto valide entrambe.
Semplicemente cambia il piano in cui le
uso. Sul lungo termine sono per la medicina
alternativa che, attraverso vitamine
e non solo, mi protegge e mi rigenera.
Sarebbe però stupido non usare la medicina
tradizionale quando la malattia è al
suo apice e i tempi sono stretti». E così un
mal di testa viene curato dall’artista lombarda
con un caffè e molta acqua ma una
febbre fortissima a poche ore da una diretta
è contrastata in modo diverso. «Mi
ricordo che l’anno scorso avevo la febbre
molto alta prima di entrare in studio per
il Kilimangiaro. Non ci ho pensato su due
volte. Mi sono imbottita con tre Tachipirine
1000 e sono andata a fare la puntata
». Un certo tipo di medicina «ha più
forza e rapidità nel sedare il sintomo».
La salute è un concetto, però, ben più
ampio dell’avere o meno la temperatura
corporea alterata. È un qualcosa che passa
anche dall’alimentazione. «Lo so bene
e anche in questo sono molto fortunata.
Sono stata abituata a mangiare verdure fin da piccola e, per cultura mia, considero
la colazione il pasto più importante
della giornata».
Una colazione all’inglese? «Sì, soprattutto
quando non devo correre per lavoro.
Se non ho fretta, infatti, mi piace
avere in tavola il pane col burro e marmellata, i cereali e le uova. Magari poi la
sera non ceno, se non con un tè o uno
yogurt, ma una mattina così a me piace
tanto». Anche il rapporto che Camila ha
con la carne è figlio dell’educazione che
ha ricevuto. «Sono stata vegetariana per
i primi 12 anni della mia vita, perché i
miei genitori volevano così. Poi è arrivata
dall’Argentina mia nonna e, ovviamente,
è comparsa la carne rossa nel mio piatto». Un feeling quello con la carne, però,
mai nato veramente. «Non è una pietanza
che mi fa impazzire, tanto che, quando
sono andata a vivere da sola a diciotto
anni, ne ho di nuovo gradualmente diminuito
il consumo».
Come tutti, anche la Raznovich ha il
suo tallone d’Achille. «Mi piacciono molto
i dolci. Difficilmente so dire di no a un
tiramisù o a una Sacher. Ora che ci sono
le bambine, cucino molte crostate e biscotti». Tempo denso quello della padrona
di casa dello storico programma Alle
falde del Kilimangiaro. «Tempo a cui non
sottraggo mai l’attività fisica. Due volte la
settimana, verso le 8.30 di mattina, vado
in palestra ai classici corsi da signora. Altre
due volte, invece, mi dedico alla mia
passione che è lo yoga».
Camila ha un passato da ballerina classica
in tenera età, ma la sua dimensione
sportiva ideale l’ha trovata in questa antica
disciplina indiana. «Ho vissuto a Londra,
New York, Milano e ora a Roma e
ovunque sono stata ho trovato un luogo
in cui praticare lo yoga». Se le differenze
culturali anche in questo esistono, «a
Roma, per esempio, ci trovi soprattutto
persone anziane», il minimo comun denominatore
è la spiritualità. «Ed è questo
il motivo per cui ne sono molto attratta.
Io sono una donna estremamente spirituale». Il tempo per dialogare con se stessa
l’ex conduttrice di Tatami lo trova in
un momento insospettabile, «ho imparato
a viaggiare dentro di me mentre viaggio
nel mondo. Per lavoro sono spesso
in giro e sono sola. Anche senza essere
in un luogo sacro o di culto, a me basta
mettermi la musica in cuffia e chiudere
gli occhi». Cresciuta in India con un padre
di religione ebraica e una madre cattolica,
Camila ha le sue idee sui valori da
trasmettere alle figlie.
«Credo fortissimamente nella libertà
e questo significa anche lasciare libere
le mie bambine di crescere in una comunità
cattolica come quella italiana in cui
trovano importante fare il presepe. Se
vietassi una cosa simile solo perché io sono
confusa, farei un torto». Alle sue “ragazze”,
la showgirl passerà di certo anche
il valore dell’amicizia. «Dopo l’amore
che ho per loro, è la cosa che ritengo più
importante nella vita. Ho amici e amiche
sparsi in tutto il mondo».