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giovedì 03 ottobre 2024
 
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Camilleri narratore delle vicende di Tiresia, l'indovino cieco della mitologia

05/03/2019  Arriva in Tv lo spettacolo che lo scrittore siciliano, anch'egli non vedente, ha recitato al Teatro di Siracusa

Dopo essere andato in scena  al Teatro Greco di Siracusa l'11 giugno 2018 di fronte a 4mila spettatori nell'ambito delle rappresentazioni classiche realizzate dall'Istituto Nazionale del Dramma Antico, dopo essere approdato al cinema nel novembre scorso, Conversazione su  Tiresia  va in onda stasera su Rai 1 in prima serata con la regia di Roberto Andò.  Un racconto mitico, pensato, scritto e narrato da Andrea Camilleri che "cunta" la storia dell'indovino cieco, le cui vicende attraverso i secoli si intrecciano a quelle dello stesso scrittore. 
Tiresia  è un indovino della mitologia greca, figlio di Evereo, della stirpe degli Sparti, e della ninfa Cariclo. Sulle origini della sua cecità ci sono diverse versioni: seconda la più accreditata secondo la prima fu reso così dagli dèi perché non volevano che profetizzasse argomenti "segreti";
Nella seconda tradizione è figlio di una ninfa ed è reso tale da Atena per punizione perché la vide nuda farsi il bagno, ma poi, su supplica della madre, fu reso indovino dalla stessa dea.Anche sulla sua fine ci sono due versioni: nella prima nel corso dell'attacco degli Epigoni contro Tebe, Tiresia fuggì dalla città insieme ai tebani; sfiancato si riposò nei pressi della fonte Telfussa dalla quale bevve dell'acqua gelata e morì. In un'altra versione l'indovino, rimasto a Tebe con la figlia Manto, venne fatto prigioniero e mandato a Delfi con la figlia, dove sarebbero stati consacrati al dio Apollo. Tiresia morì per la fatica durante il cammino. 
Così esordisce Camilleri nel suo spettacolo: « “Chiamatemi Tiresia, sono qui per raccontarvi una storia più che secolare che ha avuto una tale quantità di trasformazioni da indurmi a voler mettere un punto fermo a questa interminabile deriva. A Siracusa vi dirò la mia versione dei fatti, e la metterò a confronto con quello che di me hanno scritto poeti, filosofi e letterati. Voglio sgombrare una volta per tutte il campo da menzogne, illazioni, fantasie e congetture, ristabilendo i termini esatti della verità». 
Andrea Camilleri ha scelto di tratteggiare questa figura perché negli ultimi anni è diventato lui stesso cieco. Così ha dichiarato: «Ho trascorso questa mia vita ad inventarmi storie e personaggi. L’invenzione più` felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant’anni, ho sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità` e solo venendo qui posso intuirla, solo su queste pietre eterne».
 

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